In questo anno Giubilare, 1750°, dal martirio di sant’Agapito, patrono della Diocesi di Palestrina, il Vescovo Mauro ha invitato a riscoprire il senso del martirio affinché tutti i cristiani che vivono nella Diocesi di Tivoli e di Palestrina si impegnino con rinnovato slancio a testimoniare Cristo ed il suo Vangelo.
Nel ripercorrere la vita di questo giovanissimo martire, Mons. Parmeggiani, ha chiamato tutte le comunità religiose delle parrocchie della Diocesi di Palestrina ad effettuare un pellegrinaggio presso la Cattedrale e domenica 17 marzo 2024 è stato organizzato il pellegrinaggio dei fedeli della IX ed ultima Vicaria, che si sono ritrovati nel piazzale della Curia Vescovile. Dopo una breve preghiera e le indicazioni del caso tutti si sono avviati processionalmente verso il Duomo, con una preghiera raccolta e partecipata.
Ha aperto il corteo lo stendardo di Sant’Agapito seguito dalle Confraternite e i fedeli, hanno chiuso la processione i presbiteri e S.E. il Vescovo Mauro Parmeggiani. Il Santo Padre ha concesso, per l’occasione, l’Indulgenza Plenaria, quindi appena giunti in Cattedrale è subito iniziata la celebrazione penitenziale, guidata da don Cyriaque Niyongabo parroco di Olevano Romano, seguita dalla recita del Santo Rosario mentre tutti i sacerdoti delle varie parrocchie ed il Vescovo si sono messi a disposizione dei fedeli per la Confessione, il sacramento della Riconciliazione, dove abbiamo la certezza dell’incontro con il Signore.
Il coro della parrocchia di Santa Margherita di Olevano Romano ha animato i vari momenti e la Messa celebrata dal Vescovo Mauro. Nella sua omelia al Vangelo di Giovanni, ha sottolineato come il «Chicco di grano caduto in terra se non muore rimane solo, ma se muore produrrà molto frutto». Così come Gesù, quando capì che era arrivata l’ ora della sua passione, annunciò a tutte le genti la sua imminente glorificazione, attirando tutti a sé «quando il figlio dell’uomo verrà innalzato da terra», rivelando la sua Crocifissione.
Nell’ora della prova Dio è vicino più che mai, anche al nostro Agapito. Se siamo qui presenti, dopo 1750 anni è anche grazie alla sua fede, alla vita che ha donato e come un chicco di grano è morto producendo molto frutto. Preghiamo il Signore affinché anche noi abbiamo la forza di sacrificarci, certo non come Agapito, perché qui dove siamo noi è quasi impossibile morire per la fede, ma oggi si muore anche nell’ignorarci, “Martirio bianco”, quando siamo provati Gesù vuole attirarci a lui per aiutarci.
Fabrizio Lanciotti