25 aprile, festa della Venuta della Madonna del Buon Consiglio

Sotto un cielo incerto e minacciante pioggia, la sera del 24 aprile, si è svolta una raccolta processione dalla Piazza della Repubblica al Santuario. Quest’anno, riprendendo un’antica tradizione, lungo il percorso della processione, si sono accesi grandi fuochi che, in passato, servivano per accogliere e riscaldare i pellegrini che venivano a piedi per partecipare alla grande festa. 25 aprile 1467 – 2024: la “Venuta” dell’Immagine della Madonna da Scutari in Albania a Genazzano.

Molto frequentate le Sante Messe, in particolare alle ore 11, con la presenza di molti pellegrini provenienti da varie località e con la Confraternita di San Polo dei Cavalieri che, dopo la celebrazione della Messa, hanno svolto una processione portando la “macchina” con la statua della Madonna e i ragazzi portando una piccola “macchina” con l’immagine mariana. La festa ha raggiunto il culmine nel pomeriggio con il caratteristico Canto dell’Akathistos, animato dal Coro di Affile, e la Concelebrazione Eucaristica presieduta dal Cardinale Robert Prevost, concelebrata dal nostro Vescovo, Monsignor Mauro Parmeggiani, e da numerosi altri sacerdoti.

Monsignor Vescovo, all’inizio della Messa, ha salutato il Cardinale Prevost ricordando che per 12 anni è stato Priore Generale degli Agostiniani ed ora il Santo Padre gli ha affidato la responsabilità di guidare il Dicastero che provvede ai Vescovi del mondo. «In questo momento – ha detto il Vescovo Mauro – ci sentiamo come gli Apostoli nel giorno di Pentecoste, riuniti in preghiera con Maria, la Madre di Gesù».

Il Cardinale Prevost, nella sua omelia, si è così espresso: «Stiamo celebrando il ricordo di un momento bellissimo che, dopo più di cinque secoli, ci fa sentire la gioia e la consolazione della nostra fede. Una grazia così grande che troviamo nella Madre del Buon Consiglio, nostra Madre, che ci accompagna in ogni momento. Questa consolazione che riceviamo è davvero una ispirazione che dovrebbe aiutare a farci diventare Famiglia nel mondo. Ci insegna, in un tempo di conflitti, violenze e tante difficoltà, che tutti noi siamo chiamati ad essere Famiglia, a promuovere la pace, la riconciliazione, la comprensione, e la capacità di perdonare quando è necessario».

Giovanni Gisondi, osa