Per le vie del centro storico di Cave la Via Matris, pellegrinaggio alle edicole mariane, un rito antico che ha iniziato il cammino verso la Pasqua di quest’anno. 7 stazioni che raccontano Maria e il suo dolore per la sofferenza del figlio. È stata molto suggestiva, silenziosa, con la successione delle litanie e poi le letture alle stazioni. Poi la sera del Venerdì Santo, la Via Crucis con le 14 stazioni, organizzata dalle 3 parrocchie, Santa Maria e Santo Stefano, San Carlo, con le confraternite, tutte, presenti nel territorio, con il Comitato pro-Venerdì Santo che ha sostenuto l’iniziativa con l’idea di ripartire insieme, con un momento forte di preghiera, segno di testimonianza lungo il solito percorso della processione del Venerdì Santo.
La liturgia della Parola, con la presenza del nostro vescovo, Mauro Parmeggiani, qualche giorno prima della Settimana Santa, a commento della frase di Gesù rivolta alla madre “Donna, ecco tuo figlio, figlio ecco tua madre”. Un abbraccio ideale alla festa della Madonna del Campo, secondo grande appuntamento per la nostra comunità a circa 10 giorni dalla Pasqua. Pietà popolare, preghiera, devozione a Maria, passando attraverso il sangue di Gesù nella sua passione, al dono della madre a tutta l’umanità che nella Madonna del campo si concretizza idealmente, perché, come è scritto “da quel giorno, il discepolo la prese con sé”, così ha fatto Cave dal giorno della scoperta della sacra immagine. Era il 27 aprile 1655, da allora la venerazione e l’adorazione in preghiera verso Maria “fiore del campo”, ha attraversato i secoli giungendo fortissima ai giorni nostri.
Sono stati giorni di intensa partecipazione popolare, c’era la voglia di tornare a stringersi attorno a ciò che rende bella la nostra fede, la preghiera e la condivisione. Il Venerdì Santo e la Madonna del campo sono stati il giusto volano per riuscire a sentirci parte viva della comunità, con uno sguardo ai mali del mondo, i quali oscurano minacciosi la voglia di ricominciare a vivere in piena armonia con il creato, riscoprendo il volto di Gesù nel nostro prossimo.
Alvaro Cortoni