Sabato 20 marzo alle 17.30 presso la parrocchia Cristo Re di Marcellina il Vescovo ammette tra i candidati all’ordine del diaconato Gabriele Benini, della parrocchia di San Luigi Gonzaga a La Botte di Guidonia, diocesi di Tivoli. Abbiamo rivolto qualche domanda a Gabriele.
Quando è nata in te la vocazione al diaconato? Vorremmo conoscerti meglio.
Credo che la mia vocazione possa risalire al 13 maggio 2017. In quel giorno vari eventi mi avevano portato ansia e nervosismo, e non mi sentivo di partecipare alla Messa per la Madonna di Fatima. Partecipai comunque e durante la celebrazione qualcosa ha cambiato la mia vita: mi sentivo così felice, mi sembrava di vedere le cose con un’altra luce ma non ero in grado di parlarne con mia moglie, mi sono dovuto rivolgere e chiedere aiuto al mio parroco don Mario De Simone, il quale mi ha fatto capire che erano caduti su di me gli occhi del Signore. Dopo averne parlato con mia moglie, lei ha accettato subito capendo che non mi avrebbe perso anzi avrebbe trovato un marito migliore. Una volta consapevoli di cosa ci stava succedendo siamo andati a parlarne con don Domenico Cauteruccio, che ha capito la mia chiamata e mi ha fatto iniziare il cammino. Da allora sono passati quattro anni e il 20 marzo 2021, verrò ammesso come candidato all’Ordine Sacro per il diaconato permanente e ringrazio Dio di come mi sta plasmando a Sua immagine. In piena zona rossa causa pandemia covid-19 la mia candidatura la sento ancora più importante: sono un infermiere di dialisi e spesso vedo gli occhi dei miei pazienti che mi chiedono aiuto.
Come ti sei preparato per questo momento?
Mi sto preparando a questo momento con grande emozione a partire dall’istante in cui don Domenico mi ha prospettato la candidatura all’Ordine Sacro, dato che stavo vivendo un periodo di forte riflessione interna e mi sono trovato davanti ad una realtà meravigliosa della conoscenza di nostro Signore e nello stesso tempo quella di perderla, li ho risentito la chiamata che avevo ricevuto qualche anno fa. Emozione forte anche quando mi sono presentato davanti a Sua Eccellenza Monsignor Mauro Parmeggiani, il quale dopo un colloquio, mi ha espresso il suo desiderio di concedermi l’ammissione al diaconato permanente, e ho accettato di aiutare con il mio servizio la comunità cristiana. In questi giorni che precedono l’ammissione sto pregando il Signore che mi dia umiltà e la capacità si servirlo come Lui sta facendo con me.
Come è coinvolta la tua famiglia nel percorso che hai intrapreso?
La mia famiglia è sempre al primo posto in questo cammino, la rendo sempre partecipe di tutte le mie decisioni e le mie conoscenze, a riguardo, per questo li ringrazierò sempre. Mia moglie in particolare mi sopporta ed è quella “vocina” che mi riporta sulla giusta via quando la stanchezza della mia vita si fa sentire più forte. Anche in questo momento, in cui le verrà chiesto il consenso al mio andare avanti, lei mi sta dando una dimostrazione d’amore che non immaginavo di meritarmi. Lei ha il dono di ascoltarmi e spronarmi in questo cammino. Ho due figli piccoli meravigliosi, quello più grande di 15 anni, che fa il ministrante fin da piccolo, è il mio primo maestro nell’insegnamento del rito della Messa e mi consiglia quando entro in crisi negli studi sacri, l’altro avendo solo 10 anni mi coccola quando mi vede triste. Senza di loro mi rendo conto che non sarei in grado di affrontare a pieno il ministero a cui sono stato chiamato. Un grande sostegno nella crescita lo sto ricevendo anche da famiglie, che coesistono con la nostra, della comunità di Marcellina, attuale parrocchia dove presto il mio servizio, che porto con me nelle mie preghiere come loro lo fanno con me.
Nella stessa celebrazione, monsignor Parmeggiani istituirà lettori Fernando Giosi e Salvatore Giunta, della diocesi di Tivoli, Maurizio Baldi e Antonio Pantoni della diocesi di Palestrina, tutti candidati al diaconato permanente.
Daniele Masciadri