A Olevano Romano, una panchina contro le violenze sulle donne

Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. In questa data, si organizzano in tutto il mondo attività di sensibilizzazione sull’importanza di contrastare una delle più gravi violazioni dei diritti umani. In Italia, si sono tenuti cortei, manifestazioni e impegni delle istituzioni per dire basta agli abusi. Olevano Romano, sempre sensibile a questa problematica, ha voluto mantenere questo impegno istallando una Panchina Letteraria nella giornata simbolo della lotta alla violenza sulle donne.

L’Assessorato alle Politiche sociali, in collaborazione con i ragazzi dell’Oratorio parrocchiale, dell’Azione cattolica, dell’Ass. Scout, l’Ass. AMO, il Museo Civico d’Arte e l’Ass. il Torcoliere, hanno dato appuntamento alla comunità di Olevano nei giardini pubblici in Piazzale Aldo Moro, sabato 25 alle 16, per dimostrare che l’unione tra le istituzioni, il mondo politico, le forze dell’ordine ed il mondo delle associazioni può combattere e debellare questo fenomeno di discriminazione. Nella presentazione dell’evento, l’Assessore Silvia Viti, ha sottolineato l’ampia partecipazione della cittadinanza olevanese, segno che c’è un interesse reale a combattere questa piaga sociale: «questa panchina – ha detto -rappresenta il simbolo della lotta contro la violenza sulle donne e quindi rappresenta l’impegno della

nostra comunità del nostro comune a sostenere le campagne di sensibilizzazione su questo tema, tema che va affrontato insieme con grande responsabilità e non possiamo rimanere indifferenti.

Quindi ringrazio tutti gli assessori e consiglieri presenti, la responsabile dell’ufficio servizi sociali del Comune, Elisa Sterbini, le associazioni che svolgono attività ad alto impatto sociale sulla nostra comunità, La Guardia di Finanza di Colleferro, i Carabinieri e la Polizia municipale. Purtroppo proprio la settimana scorsa abbiamo collocato una donna olevanese in una casa rifugio perché vittima di violenza domestica». Il Sindaco, dott. Umberto Quaresima, ha ringraziato tutti i presenti, soprattutto il Comandante della Stazione dei Carabinieri, con il quale in questo ultimo periodo «ci siamo coordinati spesso per risolvere in maniera repentina problemi devastanti».

La giornata dedicata a contrastare la violenza sulle donne rileva un problema che deve essere attenzionato, al quale dobbiamo opporci con determinazione; il tema del femminicidio è drammatico, complesso e complicato, non c’è una ricetta precisa per contrastarlo e sconfiggerlo. Sicuramente  occorre un continuo confronto, dobbiamo parlarne, condividere, fare educazione e formazione, iniziando dai ragazzi più giovani e dalle nuove generazioni.
Il 12 novembre 2023 le vittime di femminicidio, secondo i dati del Ministero, erano già 102, di cui 53 vittime del proprio partner. Questi dati dovrebbero far riflettere. Una legge ha già iniziato il suo iter in parlamento, dovrebbe rafforzare la tutela delle donne in pericolo, aiutare alla maggiore prevenzione delle violenze di genere, soprattutto in ambito familiare. Prevede campagne di sensibilizzazione nelle scuole e nelle famiglie, oltre all’inasprimento delle pene.
Dalle parole coraggiose del padre di Giulia, vittima dell’ultima violenza, vorrei citare: «L’amore vero non uccide non fa mai del male, è solo una condizione malata del rapporto tra uomo e donna che può portare l’uomo ad un comportamento così estremo».
Non è mancato l’intervento della Senatrice Maria Antonietta Sartori, che ha ringraziato  per essere stata invitata a questo evento. «Io ho sempre lottato affinché le donne potessero fare un passo avanti nel loro percorso di affermazione nella società e nel lavoro. Oggi ricorre la celebrazione in ricordo della violenza di genere, data che fu  unanimamente approvata dall’organizzazione delle Nazioni Unite nel 1999 per ricordare uno dei tanti casi gravissimi di violenza nei confronti di donne che avvenne nella Repubblica Dominicana, dove tre sorelle che si opponevano alle dittature furono aggredite dopo aver fatto una visita ai mariti incarcerati, furono violentate, stuprate e uccise, poi gettate in un burrone. Da allora tutti gli anni si ricorda la giornata della violenza. Le donne italiane hanno effettuato un lunghissimo percorso per ottenere leggi a loro favore, come ad esempio l’abrogazione del delitto d’onore, l’equiparazione del salario alla pari degli uomini, la partecipazione alle elezioni politiche».

Ha chiuso la serie di interventi il parroco Don Cyriaque Niyongabo rivolto ai più giovani. «Per quanto mi riguarda sembra che abbiamo una grande opportunità questa sera per condividerci qualche convinzione che certamente potrà far avanzare la nostra comunità.
Ai bambini che rappresentano il nostro presente e il nostro futuro, va il nostro pensiero.
Siamo tanti ad essere accorsi in questo luogo rispondendo alla chiamata degli organizzatori di questo importante evento.
Per quanto riguarda il tema della violenza è importante quanto necessario che riflettiamo andando oltre, perché se è vero che c’è la violenza sulla donna da parte dell’uomo, è anche importante pensare che c’è violenza sulla donna da parte di un’altra donna, quando si incontrano sulla strada ed una umilia l’altra: e vado ancora oltre, se la donna partendo dalla sua condizione di donna, pensasse che è lecito umiliare qualsiasi altra creatura, fosse maschio o femmina, non avrà nessun diritto di farlo.

Vorrei semplificare il discorso partendo dal punto di vista religioso. Abbiamo ricevuto il comandamento di non uccidere. Uccidere non significa soltanto togliere la vita ad una creatura, ma anche uccidere la reputazione, l’onore, la dignità, e come diceva anche la Senatrice, si uccide somministrando sostanze che annebbiano il cervello, tolgono la dignità  e soprattutto non permettono all’uomo e alla donna di autodeterminarsi utilizzando la propria intelligenza. Non vorrei andare troppo lontano. Vorrei dire che è importante ritrovare il timore di Dio per i credenti, ritrovare il rispetto  di ogni creatura dell’uomo e soprattutto della donna, la donna che è mamma, la donna che è sorella, la donna che è  sposa, la donna che è colei che custodisce la vita.

Abbiamo questa panchina qui, io do la mia interpretazione  simbolica, questa panchina è simbolo del riposo; dalla donna siamo tornati stanchi, siamo andati a chiedere consolazione, sono le donne che ci donano la vita, ci accolgono nella vita, ci fanno riposare, ti danno da mangiare, curano anche la nostra estetica se volete, e quindi la donna come tale va rispettata, amata, protetta e davvero onorata. Vorrei che facessimo simbolicamente un applauso a tutte le donne e per tutte le nostre mamme, anche in Cielo.
Il comandamento più grande è quello di Amare, amare il nostro prossimo come noi stessi».
Prima di scoprire e benedire la Panchina, don Ciryaque ha letto la “Preghiera per le donne”.

Fabrizio Lanciotti