La parrocchia di Sant’Agapito Martire ha messo a disposizione, per tutta la durata della Quaresima, un piccolo spazio-tempo dedicato alle mamme. In contemporanea con il catechismo, infatti, a partire da domenica 21 febbraio scorso, sono partiti una serie di incontri per le sole mamme, volti alla riflessione e alla costruzione di un percorso spirituale, sulle orme di Maria. A guidare gli incontri ci sono due giovani mamme, che non ricoprono il ruolo di educatrici o catechiste,bensì introducono dei temi sui quali, ognuno, può liberamente approcciarsi sulla base delle proprie esperienze, con l’obiettivo di capire meglio il compito e il ruolo della donna nella famiglia di oggi. La donna,oggi, più di ieri, è tante cose insieme, e si occupa di tante cose contemporaneamente, per libero volere, per necessità, o costrizione. Ed è facile che la società, o la storia, o le battaglie dei secoli passati, la vogliano necessariamente equiparare all’uomo, suo sposo. Oggi una donna può fare tutto quello che fa un uomo, e grazie a Dio, queste libertà hanno abbattuto l’ultimo pregiudizio di una donna mentalmente inferiore all’uomo. Ma fino a che punto le donne possono fare veramente le stesse cose di un uomo? La vera vocazione della donna nella famiglia è quella di essere come l’uomo? Oppure esiste un compito primario ed esclusivo,che biologicamente e naturalmente appartiene solo alla donna? La difficoltà oggettiva a dividersi tra il ruolo nella famiglia, e quello fuori dalla famiglia, sono testimonianza di una tensione e sofferenza che da sempre divide il cuore della donna. Accogliere, ricevere,donarsi, servire, perdonare,ascoltare, fare spazio, non sono forse prerogative assolute della donna? Se le donne fossero in grado di riscoprire la vera forza della loro vocazione, si scoprirebbero capaci di generare continuamente la vita non solo dei figli, ma anche di chi sta loro intorno, dentro e fuori dalla famiglia; capirebbero che tanto possono con la buona parola, ma di più riuscirebbero col silenzio e la Preghiera. E scoprirebbero che più sono capaci di accogliere e fare spazio,più tutto intorno a loro è in
grado di rifiorire, compreso l’uomo, anch’esso smarrito rispetto al suo vero ruolo di padre. Un percorso che ha a cuore la ricerca di cosa significhi essere pienamente donna, figlia amata dal Signore: sull’esempio di Maria, come ci ricorda Costanza Miriano, ogni donna “può tornare ad essere Regina del proprio cuore e di quello di tutti coloro che le sono affidati”.
Chiara Ianniccari