A Subiaco, il ricordo del martirio di don Nazareno

Don Nazareno possiamo dire, con la terminologia cara a papa Francesco, che è stato un santo della porta accanto”. Ha esordito così sua eccellenza il vescovo Mauro Parmeggiani nell’omelia della santa Messa in occasione del ventennale del martirio del servo di Dio don Nazareno Lanciotti, tenutasi presso la Basilica di Sant’Andrea apostolo in Subiaco domenica 28 febbraio, alla quale hanno partecipato molti fedeli della comunità ecclesiale, oltre che le sorelle, i nipoti e gli amici del missionario di origine sublacense. Il Vescovo ha ricordato la figura di don Nazareno, ucciso da due sicari il 22 febbraio 2001, proprio perché con la sua missione stava combattendo lo spaccio di droga, l’alcool, le ingiustizie sociali e la prostituzione. Infatti il ministero di don Nazareno “diede fastidio perché quando si predica Cristo con i fatti più che con le belle parole si diventa scomodi al mondo corrotto, si fanno crescere le persone per renderle libere di decidere con la propria intelligenza e coscienza e così, come tanti altri prima di lui e dopo di lui, fu ucciso”. Ma con la forza che solo un innamorato di Cristo e della Chiesa può avere, don Nazareno ha perdonato in punto di morte i suoi killer, grazie alla sua “forte fede nella Risurrezione, quella fede che dobbiamo recuperare anche tutti noi – aggiunge il Vescovo – c specialmente in questo tempo quaresimale”. Il Vescovo ha continuato la sua omelia commentando il Vangelo domenicale della Trasfigurazione soffermandosi su come don Nazareno abbia riflettuto su tutti coloro che ha incontrato quel mistero della Trasfigurazione che ci mostra Gesù come Dio che vuole illuminare le nostre storie e i nostri bui, proprio come ha fatto lui in opere e parole, fino al martirio e fino al perdono dei suoi uccisori, offrendo la sua vita al papa e alla Madonna, per la quale nutriva un grande amore. Tutti sono invitati a pregare per don Nazareno affinché si chiuda presto il processo di beatificazione.

Lorenzo Troiani