«Accogliamo anche noi l’invito del Risorto ad andare in Galilea»

Gesù non smette di guidarci, ci precede, non ci abbandona mai

«Andare in Galilea vuol dire percorrere dunque vie nuove. Certo occorre ricordare le origini della nostra fede ma la Pasqua vuole anche spingerci a cominciare un modo nuovo di credere e di testimoniare la fede. La Pasqua vuole stimolarci ad una fede che non sia basata sul “si è sempre fatto così”, che non sia ancorata solo a tradizioni del passato ma che sia viva, che ci rimetta in strada, là dove si incontrano gli uomini e le donne del nostro tempo e si annuncia loro il risorto … stando loro vicini, ascoltandoli, entrando in relazione empatica con loro, per dire a loro con creatività, seguendo vie nuove quella che è la verità fondamentale di sempre: “Cristo è risorto e anche tu risorgerai!”». Così il Vescovo Mauro in un passaggio della sua omelia alla Veglia pasquale celebrata nel duomo di San Lorenzo Martire a Tivoli la notte del Sabato Santo.

Un forte messaggio di speranza quello che il Vescovo ha voluto comunicare nella veglia madre di tutte le veglie, «Gesù ci fa comprendere – ha detto – che è dunque possibile ricominciare sempre. Ecco la bellezza della Pasqua. C’è sempre una vita nuova che Dio è capace di far ripartire in noi nonostante tutti i nostri fallimenti. Se guardiamo al nostro cuore ciascuno vedrà in esso qualche maceria. Ebbene, Gesù Risorto è capace di farci ripartire nonostante tutto». Mons. Parmeggiani ha esortato dunque a continuare a camminare con la certezza della vicinanza amorosa di Cristo e invitando a testimoniarlo, non per ergerci sugli altri, ma sentendo la gioia della sua compagnia, la gioia che dà l’esperienza ed il «sapere che con Lui la vita sempre può ricominciare».

La mattina di Pasqua il Vescovo Mauro ha presieduto la Messa nella cattedrale di Sant’Agapito a Palestrina. Dopo avere ripercorso l’evento della Risurrezione, con Maria Maddalena, Giovanni e Pietro che corrono al sepolcro e percorrono un itinerario di fede attraverso il “vedere”, il Vescovo ha messo in evidenza l’ “esortazione” di san Paolo, che invita a cercare le cose di lassù, consapevoli che la risurrezione comincia dalla terra. Infine l’annuncio, la testimonianza di Pietro, che diventa compito per tutti i cristiani, “annunciare la Pasqua”: «creare speranza, rendere credibile il Cielo». La speranza cristiana, ha spiegato Mons. Parmeggiani, non è un vago sentimento che le cose andranno bene, ma è uno sguardo che sa attraversare la morte, senza evitarla, dandole significato alla luce della Pasqua di Gesù.

Maria Teresa Ciprari