Non possiamo limitarci a dire, afferma Francesco, che «i giovani sono il futuro del mondo: sono il presente, lo stanno arricchendo con il loro contributo» (64). Per questo bisogna ascoltarli anche se «prevale talora la tendenza a fornire risposte preconfezionate e ricette pronte, senza lasciar emergere le domande giovanili nella loro novità e coglierne la provocazione» (65). Con queste parole del Papa, il servizio diocesano di pastorale giovanile e vocazionale ha desiderato aprire – nel tempo dell’ascolto Sinodale – un laboratorio sull’Esortazione apostolica Christus Vivit, scritta dal santo Padre dopo il sinodo “Giovani Fede e discernimento Vocazionale, dell’ottobre 2018.
Con tale documento rivolto ai giovani e a tutta la chiesa il Papa ci ha consegnato il manifesto attuale della pastorale giovanile e vocazionale.
Il percorso rivolto agli accompagnatori dei gruppi giovanili, ha come scopo quello di mettere in collegamento le diverse realtà che nel territorio diocesano si occupano di pastorale giovanile e vocazionale.
«Oggi noi adulti corriamo il rischio di fare una lista di disastri, di difetti della gioventù del nostro tempo… Quale sarebbe il risultato di questo atteggiamento? Una distanza sempre maggiore» (66). Chi è chiamato a essere padre, pastore e guida dei giovani dovrebbe avere la capacità «di individuare percorsi dove altri vedono solo muri, è il saper riconoscere possibilità dove altri vedono solo pericoli. Così è lo sguardo di Dio Padre, capace di valorizzare e alimentare i germi di bene seminati nel cuore dei giovani. Il cuore di ogni giovane deve pertanto essere considerato “terra sacra”». (67). Questo l’obbiettivo che come animatori dei gruppi giovanili ci poniamo: offrire ai giovani percorsi formativi, per far sperimentare loro la presenza paterna di Dio nella loro vita.
Bruno Sperandini