Alla ricerca di Dio, strumento per l’altro

Nell’imminenza della celebrazione di ammissione agli ordini del diaconato e del presbiterato abbiamo raccolto una testimonianza del seminarista Emanuele Bianchini

Ho iniziato il mio cammino nel seminario di Anagni il 12 ottobre 2020; un cammino intenso, libero e di crescita, se veramente si decide di donarsi totalmente al Signore, senza dare nulla per scontato, dicendo, con la vita, ogni giorno il personale “si” al Signore.

Quando non me lo aspettavo, mentre avevo già fatto il mio progetto di vita, mentre coltivavo i miei sogni, il Signore ha bussato alla porta del mio cuore chiedendomi di farmi modellare da Lui come l’argilla dal vasaio.

I miei personaggi biblici di riferimento, in questi primi anni, sono Samuele e Giona perché nella loro giovane fede, tra chi ha seguito subito il Signore e chi ha avuto paura all’inizio ma poi si è lasciato guidare, hanno deciso di mettersi al lavoro per il Regno dei Cieli, per la gente: quando siamo presi da tante cose da fare tra lavoro, scuola, mare, montagna, amici, parenti, vacanze e tante altre cose, proprio là anche se non ce ne accorgiamo il Signore sta con noi, come nei momenti di sofferenza, di dolore, di malattia, nella nostra notte interiore e ci aiuta a tornare alla luce, a cercare la felicità.

Spero di poter trovare sempre più la vera felicità nel seguire il Signore senza distrazioni e cadute. Questo è un po’ il ritratto della mia vocazione e quello che mi aspetto ancora nei prossimi anni di cammino: iniziato dal mio Battesimo, fino alla ricerca di Dio e facendomi strumento per il prossimo.

Ciò che ho più a cuore, oltre a chiedere una preghiera per me in questo primo passo è, nel continuare a pregare, senza stancarvi, per le vocazioni, sia al matrimonio che al sacerdozio, perché tutti i giovani possano tornare a guardare al Signore come unica àncora di salvezza e dire “sì” al suo progetto d’amore per ciascuno, che ha sempre il sapore dell’eternità.