Il 12 settembre si è nuovamente disputato a Cave il “Palio della Pace” e rievocata originalmente la stipula del Trattato del 13 e 14 settembre 1557, dalla quale ha tratto origine la gara. Le Associazioni teatrali “Arcobaleno Amico” ed il “Gabbiano”, la Banda musicale “Giacomo Puccini” e “Danzamica” hanno portato in scena lo spettacolo Gni vi j’avi ava’, ovverosia una rivisitazione in chiave dialettale dell’evento storico che ha suscitato l’entusiasmo delle centinaia di persone presenti nell’Anfiteatro comunale. Tra il serio ed il faceto, in un salto tra il 2021 ed il 1557, gli attori hanno così dato maggior risalto a questo evento storico, ancora poco conosciuto nei suoi dettagli, che rende Cave, questo piccolo centro in provincia di Roma, un luogo ove si è deciso l’assetto europeo per i secoli a venire. Al termine dello spettacolo, intramezzato dalle acrobazie degli Sbandieratori di Cori, è stata data lettura della classifica dei Rioni che si sono sfidati nella mattinata per l’aggiudicazione del Palio 2021. É risultata vincitrice la Contrada San Lorenzo che ha voluto dedicare il successo ad una contradaiola scomparsa pochi giorni fa, a seguito di una lunga malattia, Rita Dappi, storico Vice Sindaco di Cave, stimata in tutto il comprensorio per il suo impegno nel sociale, vicino ai sofferenti ed agli ultimi.
La giornata si è chiusa con i ringraziamenti di rito da parte di un soddisfattissimo direttivo, per una delle edizioni più riuscite del Palio, e dal saluto del sindaco Angelo Lupi, che ha dato merito agli organizzatori, alle contrade ed alle associazioni partecipanti, di aver saputo coinvolgere tutta la Città in un appuntamento di grande rilevanza storica, sociale e culturale.
Il Trattato di Pace di Cave pose fine alla c.d. “Guerra di Campagna”che, tra il 1556 ed il 1557, contrappose papa Paolo IV Carafa, sostenuto dai francesi di Enrico IV, da un lato, alla Spagna di Filippo II, sostenuta da Marcantonio Colonna dall’altro. Il conflitto si risolse praticamente nella disfatta dell’esercito papale e nella vittoria delle truppe spagnole capitanate dal Duca d’Alba. Paolo IV fu quindi costretto a “cercare” la pace con Filippo II. Dopo una serie di febbrili trattative, grazie alla intermediazione della Repubblica di Venezia, del Re del Portogallo e soprattutto alle pressioni sul Duca d’Alba del Cardinale zio, Juan Alvarez de Toledo, si arrivò al tanto sospirato accordo. Per la stipula del Trattato Paolo IV individuò nel Castello di Cave, governato da suo nipote Diomede Carafa, la sede più idonea. I primi giorni del mese di settembre 1557 partirono da Roma tre cardinali plenipotenziari pontifici (Carlo Carafa, Guido Ascanio Sforza dei Conti di Santa Fiora e Vitellozzo Vitelli) alla volta di Cave, ove era già accampato il Duca d’Alba. Il primo incontro avvenne nella contrada Campo. Il Palio dal 1996 è ideato e organizzato dall’Associazione “Rievocazione storica del Trattato di Pace di Cave 1557”. Da allora ogni anno centinaia di figuranti nei costumi dell’epoca, a rappresentare le sette antiche contrade del Castello, ripercorrono gli stessi luoghi e reinterpretano gli stessi eventi che il 13 e 14 settembre 1557 portarono alla Pace di Cave. Nella corrente edizione il nuovo direttivo dell’Associazione, presieduto da Massimiliano Scarozza, ha portato una ventata di novità nell’assetto tradizionale del Palio.
Alessandro Pasquazi