«Non si può essere cittadini di Cave se non si è devoti della Madonna del Campo!», con queste parole, padre Virgilio Maurizi, ofm, religioso cavese, chiamato a presiedere la solenne concelebrazione eucaristica, ha aperto l’omelia, pronunciata di fronte a circa 500 devoti raccolti nella Piazza Nassyiria in occasione della solennità patronale.
Cave e la “Sua” Madonna, un legame profondo, viscerale, familiare che, dal lontano 1655, unisce e riunisce tutto e tutti sotto il manto della Vergine Ss.ma.
Come tradizione il 26 aprile le Confraternite, il clero, la banda musicale, le autorità e soprattutto tante giovani famiglie con i propri “angioletti”, a cui si è aggiunta una folla di fedeli, si sono dati appuntamento, al calar della sera, nei pressi del Santuario mariano, posto sulla Statale di collegamento con Genazzano, per rievocare lo “scoprimento” della Venerata Immagine avvenuto, esattamente nello stesso luogo, 369 anni fa, ad opera di alcuni operai intenti a sistemare una strada.
Dal Santuario della Madonna del Campo è così partita la Processione “di andata” che accompagna, per quasi 3 km, il Simulacro della Beata Vergine Flos Campi sino alla chiesa madre dell’Assunta.
Al sopraggiungere del Corteo all’inizio del centro abitato, in Piazza Santa Croce, il sindaco Angelo Lupi, tra due ali di folla plaudente, ha accolto la Celeste Patrona recitando di fronte ad essa il consueto e commovente Atto di Affidamento con cui da secoli il Popolo di Cave affida a Maria le proprie gioie ma anche le proprie croci.
Non c’è cittadino che non sia devoto, lo si è visto nella presenza di massa in Collegiata, la sera del 26 aprile, così come in Piazza il pomeriggio del 27 e poi nel lunghissimo Corteo “di rientro” nel Santuario.
Un simulacro pesantissimo – circa 12 quintali – portato a spalla da squadre, dette “mute”, di 12 portatori ciascuna formate per lo più, quest’anno, dai tanti giovani del paese, a testimoniare di come attraverso il culto mariano si tramandino da padre in figlio, da nonno a nipote, i valori “sani”, i principi veri, che, essi sì, creano radici solide per le nuove generazioni. È proprio vero, non si può essere cittadini di Cave se non si è devoti della Madonna del Campo! Ed ancora una volta il popolo lo ha dimostrato.
A. S.