Il 14 maggio gli ammalati si sono ritrovati con i loro accompagnatori, i volontari Unitalsi e delle Misericordie, i medici dell’Amci, per pregare insieme il Rosario e prendere parte alla Messa presieduta dal vescovo Mauro e concelebrata dagli assistenti
Eh sì, domenica partecipando alla giornata diocesana del malato a San Vittorino, mi sono ritrovata lì, ai piedi della Signora di Bianco vestita, dove la mia fede e la mia formazione spirituale cominciò a prendere forma. Ero giovane, il mio cuore ardeva di amore per Maria, entrai così a far parte del GAM (Gioventù Ardente Mariana). Parte della mia adolescenza trascorsa nelle varie missioni nei paesi limitrofi al mio, organizzavamo insieme al parroco ed alle suore, l’accoglienza della bella Statuetta che in pellegrinaggio raggiungeva i paesini più sperduti. Il cuore sempre in festa ed io e le mie amiche eravamo piene di gioia, era bello essere le ancelle di Maria, pregare e comportarci come, sapevamo piaceva a Lei, alla bella Signora vestita di bianco. Poi gli anni passano divento matura, ed accompagnando mia mamma al treno, per il pellegrinaggio a Lourdes, il mio cuore viene di nuovo rapito.
Quanta gioia c’era nei volti delle persone che salivano a bordo, e seppure vedevo la sofferenza nel corpo di qualcuno, tutti erano sereni. Non riuscivo a capire come ciò potesse succedere. Poi qualche anno più tardi quando mi decisi finalmente a salire su quel treno, per essere sorella di assistenza, capii il motivo, tanta era la felicità di ritornare in quel luogo, sotto la grotta dove si assapora l’anticipo del Paradiso e dove ci si sente veramente avvolti e protetti dal manto della Signora, dove anche il male fisico o psichico si affievolisce fino a diventare più sopportabili.
Nelle nostre giornate unitalsiane, ho sempre l’impressione che quel manto sia talmente grande da avvolgere tutto il mondo, perché l’atmosfera che respiriamo lì – come mi piace pensare – a casa Sua è la stessa che viviamo ogni volta che ci incontriamo.
Che emozione, domenica quando i sacerdoti, alla fine della celebrazione eucaristica, tutti in processione hanno accompagnato Gesù tra i banchi, che bello aver visto, al passaggio del nostro assistente spirituale, don Giuseppe Chiaramida, sui volti dei nostri amici “particolari” tanta gioia nel riconoscerlo, segno che seppure li abbia incontrati soltanto due o tre volte è riuscito ad entrare subito in empatia con loro.
Mi è sembrato di vedere la stessa gioia dei bambini quando scartano i regali, eh sì, loro hanno capito prima di tutti di aver ricevuto un grande dono… un nuovo “fratello”, figlio della stessa mamma Maria.
Michela V.