«Non hanno più vino!». Un materno impeto interroga il cuore del Figlio che risponde: «Che ho da fare con te, o Donna!».
La Donna per eccellenza, colei ch’è Madre, Figlia, Sposa, la piena di Grazia, ha sempre nel cuore i suoi figli, di ogni tempo e di ogni luogo, e li presenta al Cuore del Figlio in ogni loro necessità. Tutto ciò che siamo, tutto ciò che abbiamo, tutto ciò che possiamo donare è dono di Maria perché intercede presso il Figlio e il Figlio non rifiuta nulla alla Madre. La Madre delle divine Grazie è stata festeggiata anche questo 2 di luglio con la processione dei fedeli portanti copia dell’affresco miracoloso e la santa Messa solenne nel piccolo Santuario a Lei dedicato, che accoglie e tramanda da secoli il mistero della Sua intercessione per la città di Palestrina, benedetta dalle grazie che nei secoli Le valsero il concorso di una moltitudine di popolo in venerazione della “sacra effigie” qui custodita. I misteriosi eventi che scossero la cittadina sono così descritti dal Cecconi: [1]”Vi era, per quanto narrasi in Palestrina una povera ed innocente Fanciulla che nel giorno mendicando per la Città il vitto, ritiravasi la sera in campagna fra una siepe di spine. La seguì più volte un Giovinastro, il quale, avendo osservato che appena [ella] ivi giugneva le apriva il roveto prodigiosamente la strada, ne sparse la fama per la Città. La Donzella, sopra di ció interrogata, disse con innocente semplicità ch’era ivi una benigna Signora col Figliuolino nel seno, da cui era caritativamente accolta dentro una picciola cona. [Tagliato] quello spinaio […] vi trovarono una Imagine di Maria col Divino Verbo sulle braccia.Non può spiegarsi quale fu allora la moltitudine del Popolo che vi concorse e quali e quanti furono i benifizi […] e quante altresì le segnalate grazie ottenute nell’implorare il potente di lei patrocinio […] cosicché fu chiamata la Madonna delle Grazie [e] in gratitudine di così singolari prodigi fuvvi in brieve tempo eretta una picciola Chiesa”.
Oggi gli ex-voto corredano quell’antica effigie da cui la Madre delle Grazie continua a intercedere per noi, coronata di nuove e recenti immagini che ritraggono la Sua vita, segno della continua e amorosa devozione di una “picciola” moltitudine di popolo.
Angie Tirelli Fernandez
[1]Leonardo Cecconi, Storia di Palestrina, città del prisco Lazio, Libro IV, cap. VII, pagg. 355-356.