“Fare la storia” è questo il tema della 59° giornata mondiale di preghiera per le vocazioni per invitare tutti a “Darsi al meglio della vita” insieme agli altri e per gli altri riscoprendo che la vocazione non si consolida in una singola persona ma è il desiderio e la felicità costante di spendersi per gli altri nel servizio: “Non confondete la felicità con un divano e non passate tutta la vostra vita davanti uno schermo” (Christus Vivit, 143)
Nella sua catechesi durante la giornata dedicata alla famiglia, il 6 marzo scorso presso il Santuario del Divino Amore, don Fabio Rosini annunciava che noi abbiamo due vocazioni: se una persona si deve sposare, fare il missionario, fare la donna che si dedica ai malati, la consacrata, il sacerdote, ossia in riferimento all’opera di amore che ognuno di noi è chiamato a compiere, questo aspetto rappresenta la seconda vocazione. Uno dei problemi principali è che molto spesso le persone non trovano questa seconda vocazione poiché hanno un problema con la prima: la chiamata a vivere. Infatti la prima cosa che Dio ha realizzato è la chiamata a vivere: l’invito a riconciliarci con la vita e ad essere felici di vivere. “Fare la storia” sulla base del carattere gioioso e felice della vita.
La veglia ci ha portato a riflettere attraverso tre testimonianze diverse, ma che hanno in comune una forte felicità e gioia per la vita. La prima testimonianza è venuta dalla gioia della famiglia attraverso le parole di una professoressa di religione di Tivoli: Maria Elena. Il desiderio della maternità e della famiglia stesse non ricercate ma giunte dopo un percorso di crescita e di gioia ed amore nei confronti della vita. La seconda testimonianza è venuta dalla storia di un nostro seminarista dalla Terra Santa: Matteo Sestili. Il forte contagio della sua esperienza mostra come la gioia della Vita può nascere anche da situazioni “scomode” nella nostra vita dove diamo prova della costanza della nostra vocazione non dipendendo dai luoghi e dalle situazioni.
Infine la testimonianza del nostro Vescovo che nel suo intervento ci ha raccontato la sua storia, come ha dato ascolto alla sua vocazione. Una veglia decisamente piena di emozioni alla luce della gioia di vivere e l’invito a cercare le nostre vocazioni sotto la luce di Cristo.
Luca Maggio