Celebrato a Palestrina l’Ottavario di Sant’Agapito

Lo scorso venerdì 25 agosto, nella Basilica Cattedrale di S. Agapito martire, gremita di fedeli, il Vescovo Mauro ha presieduto la Santa Messa Solenne a conclusione dei festeggiamenti per il santo patrono della città di Palestrina e della Diocesi tutta.

A concelebrare con il Vescovo, alla presenza di diaconi e seminaristi, il Vicario generale mons. Felicetto Gabrielli e l’amministratore parrocchiale della chiesa di Santa Croce in Gerusalemme a Roma don Alessandro Pugiotto.

Nella sua omelia mons. Parmeggiani ha ricordato che in questo 1750° anniversario del suo martirio continueremo a rendere grazie a Dio per averci donato la figura di Agapito dal cui esempio ogni giorno possiamo trarre forza per il nostro cammino affinché la nostra fede si rafforzi.

Il Vangelo ci ha poi proposto una riflessione che è parsa subito ad hoc per la festa, ricordandoci che il più grande comandamento è quello di amare Dio ed il prossimo come se stessi, perché amati da Dio si è liberi di amare gratuitamente, senza nulla in cambio, proprio come ha fatto Agapito che ha dato la vita pur di non rinnegare l’Amore ricevuto da Dio.

Lui, amato da Dio, come anche il cardinale Matteo Maria Zuppi ci ha più volte ricordato nella celebrazione dello scorso 17 agosto, era amabile, cioè attento al prossimo, capace di amare perché amato.

Anche noi possiamo sperimentare l’Amore di Dio, ascoltando la Sua Parola, pregando intensamente; diventeremo amabili perché amati da Lui, proprio come Agapito, amato e amabile.

L’anno di grazia che ci attende deve essere quindi un anno di cambiamento, innanzitutto del nostro modo di credere, e questo potrà avvenire soltanto se vivremo la fede insieme agli altri, in comunità, sperimentando l’Amore di Dio.

Riusciremo così anche noi a donare la nostra vita agli altri senza pretendere nulla, proprio come Agapito!

Al termine della celebrazione eucaristica si è svolta la consueta “Processione piccola” in piazza Regina Margherita, cui è seguita l’ Imposizione della Santa Testa sul capo dei fedeli. Un gesto devozionale che non deve rimanere puramente simbolico ma che, se vissuto appieno, ci aiuta a riflettere sulla testimonianza di fede del nostro santo patrono Agapito.

Giada Leonelli