Chiese giubilari: il Duomo dedicato al santo martire Lorenzo a Tivoli

La Cattedrale di San Lorenzo Martire, Duomo di Tivoli, è edificata sulle rovine della basilica civile di epoca romana (II secolo a.C.). Con la pace religiosa del 313, l’aula del Foro tiburtino divenne centro della nuova società municipale cristiana sotto la guida del Vescovo.

Nei secoli XI-XII fu eretta, al posto della costruzione di retaggio romano (che probabilmente era stata riadattata per servire come chiesa madre dell’antica diocesi tiburtina), una grande basilica in stile romanico-laziale, a tre navate, che segnò un’epoca d’oro della vita spirituale cittadina. A questo periodo risalgono infatti capolavori come il Trittico del Santissimo Salvatore (XI secolo), commissionato molto probabilmente per la festa dell’Inchinata, e la Deposizione lignea duecentesca. Tra il 1635 e il 1640 il cardinale Giulio Roma, vescovo di Tivoli, fece abbattere la vetusta basilica medievale (della quale rimane oggi solo l’imponente campanile alto circa 47 metri), per costruirvi al suo posto l’attuale edificio a navata unica terminante con un’ampia abside, ispirato ai canoni del Concilio di Trento.

Gli affreschi originali di epoca barocca sono conservati nelle cappelle e nella sacrestia monumentale, mentre le decorazioni sia ornamentali che figurative della navata e dell’abside risalgono agli anni

1814-1817 e sono opera del pittore Carlo Labruzzi e di altri collaboratori (tra cui Angelo de Angelis). Il ciclo iconografico, centrato sui martiri e santi tiburtini e sul trionfo della Chiesa in tempo di persecuzioni, si pregiò del sostegno economico di Pio VII, il Papa che resistette alle sopraffazioni di Napoleone nonché ex vescovo tiburtino. Di poco anteriore a questo omogeneo rifacimento è la grande pala d’altare che raffigura San Lorenzo condannato alla graticola (opera del fratello Pietro Labruzzi di inizio Ottocento).

La prima cappella a sinistra, dedicata ai martiri Mario, Marta, Abacuc e Audifax, conserva affreschi della scuola di Pietro da Cortona. Segue, nella seconda (che funge anche da ingresso laterale) il sepolcro rinascimentale di Angelo Leonini vescovo di Tivoli, proveniente dalla vecchia Basilica. La terza cappella ospita le tavole e il rivestimento argenteo del Trittico del Salvatore. Gli affreschi sono opera di Vincenzo Manenti (XVII secolo). La quarta cappella è adibita ad accesso delle due sacrestie con le quali è in comunicazione, quella monumentale dei Canonici (su disegno del Bernini e realizzata per volontà del Cardinale Marcello Santacroce nel 1657) e quella detta dei Beneficiati.

Sul lato opposto, a destra del presbiterio è la cappella dove si conserva il gruppo ligneo della Deposizione di Cristo (XIII secolo). Segue la cappella dedicata a San Lorenzo e ospitante il Tabernacolo della Cattedrale, con pregevoli tele seicentesche di Lodovico Gimignani e Pietro Locatelli. È delimitata da una cancellata voluta dal vescovo Carlo Gigli nel 1864.

Di particolare rilievo la cappella dedicata nel 1656 a Maria Immacolata a seguito del voto popolare per la salvezza di Tivoli dalla peste, nella cui nicchia centrale è posta la statua marmorea di Pierre Pugeut (XVII secolo).
L’importante ciclo di affreschi è opera di Giovanni Francesco Grimaldi. Infine, la cappella dedicata al Crocifisso ospita il fonte battesimale antico della basilica romanica e copia del quadro dell’Addolorata, opera attribuita a Guido Reni, il cui originale si trova attualmente custodito nel tesoro della Cattedrale.

Le cantorie a ridosso del presbiterio accolgono i due organi storici dei quali è attualmente funzionante quello in cornu epistolae (a destra dell’altare) realizzato da Mathias Scheible a metà del XIX secolo, dalle avvolgenti sonorità romantiche.

Antonio Marguccio

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