Come Geremia, profeti di speranza nell’oggi

Un incontro di ascolto per i referenti del sinodo con don Massimo Grilli

Un momento significativo nell’ambito del cammino sinodale della Chiesa di Tivoli e Palestrina è stato l’incontro dei referenti scelti per aiutare i momenti di ascolto nelle comunità, che si è svolto sabato 22 gennaio nel Santuario Nostra Signora di Fatima in San Vittorino Romano. Non si è trattato di una conferenza, bensì di un tempo di ascolto, di riflessione e di preghiera. L’ascolto non si improvvisa, non è questione di tecnica, ma è prima di tutto esperienza di fede, dimensione fondante il rapporto con Dio che, come ci attesta la Scrittura, ha ricondotto sempre il popolo alla dimensione dell’ascolto: “ascolta Israele”. Se non c’è ascolto non c’è fede, né vera missione.

I referenti, accolti dal Vescovo Mauro, che ha richiamato l’importanza dell’ascolto della Parola di Dio che rende capaci di ascoltare l’altro, si sono posti in ascolto della Parola di Dio, guidati da Massimo Grilli che ha presentato la figura di Geremia e della missione profetica, nata dall’ascolto di Dio, segnata da paure e timori di cui Dio stesso si fa carico. Geremia è chiamato ad operare dentro un contesto storico caratterizzato da contraddizioni e incertezze, situazioni di precarietà e di distruzione: un tempo molto vicino a quello che anche oggi stiamo vivendo, segnato dalle simili dinamiche. Il cammino stesso del profeta non è stato esente da sofferenza e crisi su cui ha vinto sempre il “fuoco ardente” di Dio, che invita Geremia ad andare, forte della presenza e di quella parola che Dio stesso pone sulla bocca.

Il profeta è colui che accoglie l’esigenza di Dio e nel contempo partecipa della storia del popolo e sa porsi in mezzo per favorire l’avvicinamento e l’incontro; egli è chiamato a “sradicare, demolire, distruggere e abbattere, edificare e piantare” perché ciò che è nuovo può nascere solo dopo la distruzione di ciò che è vecchio e non autentico. Il profeta è colui che è capace di guardare la storia con gli occhi di Dio per vedere sempre “altro” e “oltre”, mai fermandosi a ciò che cade sotto i suoi occhi, ma sapendo cogliere significati ulteriori e più profondi: e così può guardare un ramo di mandorlo e vedere Dio che vigila sulla parola per realizzarla (1,11-12).

Essere chiamati al servizio di referenti sinodali nelle comunità equivale ad assumere la logica profetica e, come il profeta, assumere su di sé il tempo e la storia da vivere con responsabilità. Si tratta di coltivare la consapevolezza di essere posti tra Dio e il popolo, con il quale camminare, ascoltando e condividendo fragilità, paure come anche desideri, attese per condurre alla consapevolezza che Dio non abbandona il suo popolo e anche se per sentieri tortuosi, ne guida la storia. Egli come conduce Geremia a “comprare il campo” (32,6-9), perché la vita ci sarà ancora e ancora si potrà piantare e raccogliere, così oggi conduce ogni uomo e ogni donna a credere che anche da questo momento così denso di incertezze e contraddizioni, limiti e paure, può nascere un nuovo tempo, una storia rinnovata proprio da questo cammino di purificazione. All’ascolto è seguito un tempo di silenzio e di adorazione eucaristica nel quale ciascuno ha potuto accogliere ancora più profondamente il seme prezioso della Parola, che, nello Spirito, è germogliato nella preghiera spontanea che ne è seguita. Un intenso momento di comunione che è autentica quando nasce non solo dallo stare insieme e condividere progetti, ma prima ancora dall’ascolto della Parola e dalla presenza del Signore Gesù.

Gianluca Zelli