Commento al Vangelo nel giorno della Festa di San Lorenzo 10 agosto 2021

Negli ultimi decenni del II secolo a.C. veniva edificato a Tivoli il Tempio in onore di Ercole Vincitore che negli anni successivi acquistò sempre maggiore splendore, tanto da essere famoso in tutto il Mediterraneo.

A questo tempio salivano imperatori e Generali per propiziare la Vittoria nelle loro imprese. Questo territorio inoltre era conosciuto dal Diacono Lorenzo che amministrava i terreni e i beni della Chiesa e venne martirizzato il 10 agosto del 258 d.C. durante la persecuzione voluta da Valeriano per impadronirsi dei tesori amministrati dalla Comunità cristiana, in concorrenza con la corrotta gestione imperiale.

Molto probabilmente sono questi i motivi che hanno convinto la Comunità Cristiana locale a scegliere Lorenzo come Patrono per sostituire la forza bruta di Ercole e le sfrenate ricchezze frutto di molta corruzione.

La Parola di Dio che la Chiesa ci consegna in questo giorno, tratta dal libro di Giobbe, ci presenta Lorenzo come colui che condivide le sofferenze del povero e dell’orfano che chiede aiuto, del morente e della vedova, vicino al cieco, allo zoppo, difensore dello smarrito.

Il salmo ci ricorda che beato è l’uomo che si lascia istruire da Dio e condivide con il povero i doni ricevuti da Dio, perché questi saranno custoditi nei granai del cielo.

Ciò vuol dire scoprire tesori più grandi, che non marciscono. Ecco perché il seme gettato nel solco di Dio è molto più prezioso e germoglierà nella pienezza della Vita.
Certamente il chicco di grano dovrà morire per portare molto frutto, come vero discepolo di Gesù crocifisso e risorto.
Non la spilorceria nel servizio di Dio e dei fratelli ma la generosità e la freschezza del cuore perché il Signore suscita ed ama chi dona con gioia e con fede.
Colui che amministra il seme al seminatore e il pane per il nutrimento somministrerà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia.
Non la paura o la pigrizia, ma la collaborazione umile, sincera e gioiosa al regno di Dio che viene.

Questa è la testimonianza del giovane Lorenzo che non si ferma ad un entusiasmo superficiale e momentaneo ma è radicato nel cuore di una persona umana che ha incontrato quella pienezza d’Amore che si rivela nel dono supremo della Vita, come il chicco di grano che cade a terra, muore e porta molto frutto. L’egoismo e la paura paralizzano il cuore, mentre la Fede, la Speranza e la Carità mettono le ali alla persona veramente umana.

«Se uno mi vuol servire mi segua…»

Condividere il cammino della Vita con Gesù significa essere tralcio unito alla Vite, segno vivo dell’Amore del Padre per ogni persona che il Signore ci pone accanto nel cammino della vita.
Questo è il seme che cade nel terreno, muore e porta frutto di comunione con Dio e con i fratelli su questa terra e nella eternità beata.
Questo è il miracolo di Dio che ci rende, nella sua infinita Misericordia, collaboratori umili e generosi della grazia del Vangelo che risuona ancora oggi grazie anche alla nostra disponibilità.
Nello smarrimento di questo tempo di pandemia la testimonianza gioiosa e fedele dei Santi acquista un particolare significato per la Comunità cristiana di oggi.

Don Fabrizio Fantini,
parroco della cattedrale di San Lorenzo Martire in Tivoli