Commento al Vangelo per il Battesimo del Signore /C

Il vangelo di Luca si apre con questa immagine di un popolo che è in attesa del Messia e di Gesù che ha appena ricevuto il Battesimo, cioè che si è appena immerso nelle acque del Giordano, in quelle acque ormai sporche, ricolme delle speranze e dei fallimenti di tutto il popolo. Il luogo del battesimo di Gesù è il luogo più profondo della terra, è il luogo più basso, la depressione geografica più profonda, centinaia e centinaia di metri sotto il livello del mare. Ecco Gesù dall’alto dei cieli compie la sua incarnazione, scendendo nel punto più basso della terra, nella depressione più profonda.

Gesù si spinge sino alle regioni più remote dello spirito umano, laddove ci sentiamo persi e incapaci di rialzarci e si spinge fino lì in fondo per darci oggi una buona notizia, per farci oggi ascoltare la stessa voce che tutto il popolo ha ascoltato venire dal cielo: «Tu sei il figlio mio l’amato, in te ho posto il mio compiacimento».

Questa voce è per tutti noi: «in te ho posto il mio compiacimento», agli occhi di Dio anche il peccatore più incallito rimane una perla preziosissima, vuol dire che nessuno è definitivamente spacciato, nulla è davvero perduto nelle nostre vite. Il prezzo pagato per il nostro riscatto è stato altissimo, infinito, è il valore della vita di Gesù, il figlio di Dio, noi valiamo il sangue di Gesù Cristo. È così che dio ha guardato e guarda e guarderà ogni uomo sino alla fine del mondo, fino all’ultimo sospiro di ogni vita.

Dio guarda la nostra vita e guardando la nostra vita vede il volto del suo figlio Gesù.

I problemi più grandi della nostra epoca sono i problemi che vengono dall’autodisprezzo, questo per i giovani soprattutto è fortissimo, è radicato, e conduce a fare le peggiori follie prima ancora che i peggiori peccati, perché se uno si disprezza è capace di tutto, le peggiori perversioni sono possibili per quello. Se io penso che valgo qualcosa certe cose non le faccio, ma se io mi disprezzo sono capace di fare tutto.

Oggi si parla tanto di autostima, ma da dove viene la nostra autostima, la nostra autostima viene dal rapporto con nostro Padre, ed il nostro padre è Dio che ci dice «guarda che sono contento che tu ci sei» e per fare questo apre il cielo.

Mentre nel diluvio il cielo si era aperto per fare scendere distruzione sulla terra, con Gesù Cristo il cielo si apre per far scendere nella nostra vita una parola di amore.

Allora coraggio, Dio è contento di noi, possiamo accogliere questo amore, oggi è la cosa più grande che possiamo fare. Attenzione perché c’è solo un peccato dal quale Dio non può salvarci, che è il nostro orgoglio, il pensare che questa buona notizia non è per noi e rimanerne così esclusi, ma accogliamo la buona notizia dell’amore di Dio, ed entriamo nella festa.

Daniele Masciadri,
vicario parrocchiale Nostra Signora di Lourdes, Albuccione di Guidonia