Commento al Vangelo per la III Domenica di Avvento /C

Quest´oggi, nel Vangelo della Terza Domenica d´Avvento, denominata Gaudete, troviamo la figura di Giovanni Battista, il precursore del Messia, del Cristo, che praticamente ci invita a condividere quello che siamo e quello che abbiamo, semplicemente per avere in noi la esperienza della generosità e della bontà di Dio e così poter prepararci con le preghiere e le opere all´incontro con Gesù che viene. Osservare queste cose ci porterà a cercare la giustizia e a trattare bene e con buon animo i nostri fratelli e sorelle, come ricorda la seconda lettura.

Da un´altra parte, viene chiesto al Battista se sia lui il Cristo, e Giovanni semplicemente risponde di no, che lui battezza con acqua, per alimentare un senso di conversione; al contrario il battesimo del Salvatore sarà dato con il fuoco del suo Spirito Santo.

Dobbiamo ricordare che queste pratiche del battesimo con un senso di purificazione, già esistevano tra i giudei: lo possiamo vedere praticato particolarmente nella comunità che abitava a Qumram, nel bagno dei proseliti e in tante altre usanze simili di quel tempo. Nel caso del battesimo di Giovanni, questo era intimamente unito all´esigenza di un cambiamento molto profondo; metteva gli uomini davanti al giudizio di Dio, che porta a un rinnovamento definitivo. Tutto il suo messaggio è collegato alla voce dei profeti che gridavano: ¨Preparatevi! Preparate le vostre vie perché Dio si avvicina¨, e tutti dovranno sentire la forza della sua Salvezza.

Il messaggio del Battista ci porta al giudizio di Dio, giudizio che supera ogni dimensione umana e insieme a questo alla conversione, la quale sarà possibile e necessaria per tutti, che si traduce nel servizio ai fratelli, spartendo con essi il cibo e il vestito. Convertirsi vuol dire mettersi al servizio degli altri con quello che sono e con quello che ho.

Giovanni, dunque resta al suo posto, rendendo testimonianza dell´Unto, e rispondendo con umiltà che lui non è il Cristo; quest´atteggiamento, nel nostro tempo è di grande insegnamento: quante volte ci sentiamo più degli altri? O vogliamo addirittura sostituirci al Cristo? L´umiltà di Giovanni ci deve portare a riconoscere il nostro bisogno di Dio ed a capire il Vero Natale di Colui che scende dal cielo e prende la nostra natura umana, facendosi piccolo per tutti noi, per salvarci, per divenire nostro fratello e farci chiamare ¨figli di Dio¨.

Per questo è necessario che la vita non sia più un semplice tentativo di dominio sul mondo o sulle persone, la vita dovrà trasformarsi in una forma di servizio e di giustizia verso l´altro, verso ogni altro.Così potremo veramente esultare come la figlia di Sion, gioire perché il Signore ci rinnoverà con il suo amore, specialmente in questa domenica del Gaudete, in cui ci rallegriamo per la vicinanza del momento in cui accoglieremo il nostro Redentore.

In ultimo, vorrei elevare un piccolo pensiero verso María di Guadalupe che, come il Battista, preparò il terreno nel nuovo mondo per portare il proprio Figlio in mezzo a quel suo popolo, ed essere la Madre del vero Dio per cui si vive. Seguiamo l´esempio della Madre e di Giovanni, ascoltiamo la Parola di Gesù affinché possiamo avere il coraggio di seguirlo e rendergli testimonianza nel condividere il nostro essere e il nostro avere, dando alla luce Gesù nella nostra vita con le nostre buone opere. Amen. Pace e bene.

Fr Sergio Martinez, ofm,
parrocchia di Santa Croce, Tivoli