Commento al Vangelo per la III Domenica di Pasqua /A

Introduzione al tema del giorno
Le letture di questa terza domenica di pasqua potrebbero essere condensate nella dialettica tra i progetti umani – confinati tra il già previsto – e il progetto di Dio, che crea la novità e ricapitola le contraddizioni dei popoli e dei singoli in un grande disegno salvifico, la cui pienezza è Cristo Gesù. La vicenda di Gesù di Nazaret, descritta nella prima lettura degli Atti degli Apostoli e in quella dei due pellegrini di Emmaus, testimoniano una sapienza divina a cui nulla sfugge e tutto ricapitola in pienezza di senso.

Per leggere e comprendere
Il viaggio dei due pellegrini verso Emmaus, alla sera di pasqua, ci rappresenta. Non tanto perché si tratta di due discepoli sconosciuti – e quindi più idonei a simboleggiare tutti i seguaci del Cristo delle diverse generazioni – ma soprattutto a motivo del loro cammino, della loro delusione, della fatica a riconoscere Cristo… Il racconto inizia con i due che si allontanano da Gerusalemme e, dunque, dall’evento pasquale, dal mistero del Cristo, dalla comunità con la quale avevano creduto e sperato. «Avevamo sperato», diranno più avanti, e l’imperfetto greco – che coniuga la speranza al passato – rappresenta intensamente la fine delle loro speranze in una restaurazione nazionale, che avrebbe cacciato i nemici occupanti, restituendo a Israele la sovranità nazionale.

Improvvisamente accade l’imprevisto: qualcuno si avvicina e inizia a camminare con loro, ma i loro occhi sono offuscati. I due erano troppo occupati nei loro progetti sfumati per accorgersi dell’altro. La domanda di Gesù contiene un verbo che esprime il loro stato d’animo meglio di qualunque descrizione: quali sono le cose che «vi ribattevate» l’un l’altro durante il cammino? Il verbo greco antiballô significa lanciarsi contro, ribattere ed è significativo che Luca lo usi per descrivere una situazione di divisione che non si manifestava solo nella loro distanza dalla comunitàe dalla comprensione della salvezza, ma anche nel rapporto reciproco. Una situazione senza speranza. Improvvisamente Gesù prende in mano la vicenda e incomincia a leggere loro gli eventi accaduti alla luce della Scrittura. L’insistenza lucana sulla Parola, come chiave di comprensione della storia, trova qui uno dei suoi momenti più fecondi: «o stolti e tardi di cuore a credere in tutto quello che hanno detto i profeti! Non doveva il Cristo patire queste cose e così entrare nella sua gloria? ».

L’uomo va a Dio con le sue attese, i suoi lamenti, le sue delusioni… ma deve tornare alla Parola per trovare il senso. Senza averne piena coscienza, i due pellegrini ascoltano comunque la voce del viandante, aprono la porta e cenano con lui (Ap 3,20). Rimani con noi perché si fa sera non è solo un bel gesto di ospitalità orientale, ma anche la domanda che ogni credente fa propria, nel momento in cui il buio avanza e il desiderio di una Presenza diventa impellente. L’apice del racconto è situato intorno alla mensa. Luca sottolinea con insistenza che Gesù «entrò per stare con loro e che, mentre era adagiato a mensa con loro prese il pane, lo benedisse e, spezzatolo, lo porgeva loro». È un invito evidente a tutti i lettori cristiani a riconoscere nel banchetto eucaristico il segno per eccellenza della presenza di Cristo. Nell’eucaristia è la sorgente della novità pasquale. Gli occhi, finalmente aperti, possono ora riconoscere il fiume di vita che scorreva sotto una storia lastricata di ghiaccio.

La nota lucana che, al momento del riconoscimento, Gesù divenne invisibile davanti a loro, è l’ultimo tocco del teologo. Il Risorto addita ai discepoli, come luogo per incontrarlo, i sentieri tortuosi della vita, la celebrazione della parola e dell’eucarestia sulle strade polverose della storia.

Interrogativi per attualizzare

  1. Quali sono le nostre speranze deluse, i sogni che abbiamo riposto nel cassetto? Crediamo ancora in un Dio che apre le strade e rende possibile l’impossibile?

Don Massimo Grilli,
Docente di Sacra Scrittura presso la Pontificia Università Gregoriana e Responsabile del Servizio per l’Apostolato Biblico Diocesano