Due fatti di cronaca con diverse morti: Uno in seguito ad un violento e arbitrario intervento da parte del potere e l’altro una disgrazia, un incidente, il crollo di una torre.
Due domande si impongono: “Come giudicare queste morti innocenti? E quale responsabilità cade su chi ne è stato l’artefice?”
Entrambe però possono riassumersi nell’unica domanda da rivolgere a Gesù, quella che chiede conto della verità del volto di Dio da lui rivelato: “Se Dio è Padre misericordioso e giusto, se Dio è Amore, perché permette la violenza e il sopruso dei potenti della terra? E perché permette la morte di tanti innocenti provocata da incidenti o catastrofi naturali?”
– Prima di accogliere la sua risposta, potrebbe essere utile fermarsi e cercare di formularla noi stessi, così, giusto per verificare se siamo in sintonia con lui o se abbiamo un’immagine distorta della sua identità. Un po’ come quando Gesù interpellò gli apostoli a Cesarea di Filippo sulla propria identità: “Ma voi, chi dite che io sia?” –
La risposta che Gesù dona è volta a ribaltare il punto di vista, ci insegna a porci la domanda più efficace e vera. Di fronte ai fatti avvenuti, invece che domandare sarebbe bene lasciarsi interrogare. Chiedi non tanto a Dio il perché, quanto piuttosto chiediti come questi eventi ti interpellano. “Di fronte a questo fatto tragico, io come sono chiamato ad intervenire? Come la mia vita e le mie scelte cambiano alla luce di questi eventi?”
Gesù ci esorta ad iniziare processi di cambiamento, non ad emettere lapidarie sentenze di condanna. Il rischio è quello di valutare da lontano senza farsi coinvolgere. Il dono dello Spirito Santo invece ci fa cogliere l’occasione di convertirci e, nella sua potenza divina d’Amore la forza di vincere in se stessi il peso della divisione e del peccato.
Padre Basito del Suo Mistero Pasquale
Superiore dei Discepoli e apostoli dello Spirito Santo in Palestrina