Commento al Vangelo per la solennità dell’Ascensione del Signore

Con la solennità dell’Ascensione del Figlio di Dio presso il Padre, completiamo la memoria liturgica dei fatti storici della vita di Gesù, sintetizzati nel primo mistero della nostra fede (Incarnazione, passione, morte resurrezione e ascensione) e si aprono quelli nostri, cioè quelli della comunità dei credenti incorporati a Lui, che ne debbono tramandare la presenza nella vita contemporanea. Si completa la glorificazione pasquale del Cristo, insediato presso il Padre, ed inizia la missione dei membri della Chiesa, chiamati a raggiungere la misura della pienezza  del Capo-Cristo, nel mettere a frutto con la forza dello Spirito, i doni e i ministeri che ricevono: apostoli, profeti, catechisti, pastori, maestri,fedeli (cfr Lettera agli Efesini). Gesù torna nella dimensione divina dalla quale è stato generato, sottrae il suo corpo in carne ed ossa dal mondo terreno e comunica una nuova forma di presenza attraverso la testimonianza dei discepoli. Questa testimonianza attesta ed assicura al Popolo di Dio e a tutti gli uomini, che la grazia del Risorto continua ad operare la salvezza e ad annunciare il  Regno di Dio.

“ Perché state a guardare in cielo?”, chiedono gli angeli ai discepoli. A noi, sulla terra ora, non  resta altro che scrutare i segni straordinari del Risorto, che ci accompagnano, e accoglierli nella nostra vita quotidiana: lotta e vittoria contro le potenze del male, possibilità di credere e di essere salvati indipendentemente dal proprio stato sociale, solidarietà di Dio rispetto alle fragilità umane (cfr  Vangelo). In sintesi, non sono altro che le scelte e le esperienze condotte dallo stesso Gesù nella sua vita terrena.

Giovanni Censi
Parroco di Santa Maria Assunta in Gerano