Commento al Vangelo per la V Domenica del Tempo Ordinario /A

Introduzione al tema del giorno

Il tema di questa quinta domenica ha un accento provocatorio, che non lascia tranquilli. Il disagio nasce soprattutto nella coscienza di un credente che, dopo aver adempiuto i propri doveri, si trova messo a confronto con una Parola che scava in profondità, smaschera le ipocrisie, richiama alle motivazioni vere dell’agire. Il disagio potrebbe diventare rigetto, se non ci sostenesse la convinzione che si tratta, comunque, di una Parola liberante, donataci da un Dio che ci ama di un amore totale e senza pentimento.

Leggere e comprendere

Le metafore evangeliche del sale e della luce orientano la riflessione su una religiosità definita non dalle “buone intenzioni”, ma dalle “buone opere”. Ponendo questi detti a conclusione delle beatitudini, Matteo ha voluto responsabilizzare i cristiani, mostrando il loro compito nel mondo: il messaggio rivoluzionario delle beatitudini va testimoniato con la propria vita, davanti a tutti. L’accento sul pronome di seconda persona – voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo – ha la funzione di coinvolgere direttamente la comunità ecclesiale come tale. Non solo i singoli cristiani, ma le comunità e la chiesa tutta sono testimoni del Regno e della sua giustizia.

Il sale nell’antichità era considerato dotato di una particolare forza vitale, a motivo delle sue qualità di conservazione e di purificazione, tanto è vero che, nel secondo libro dei Re, si narra che Eliseo riuscì a sanare una sorgente di acqua infetta – che aveva provocato morte e sterilità – gettandovi del sale (2,19-22). Con la metafora del sale, Matteo addita il ruolo indispensabile e inconfondibile della testimonianza cristiana nel mondo, ma non è facile cogliere in che senso il sale sia una metafora appropriata alla testimonianza cristiana. Forse ci può aiutare il verbo che Matteo utilizza per descrivere il sale che perde il suo sapore, perché questo verbo ha a che fare con la sapienza. L’insipiente è colui che ha perso il sapore delle beatitudini evangeliche, adattandosi alla saggezza di questo mondo. Forse è proprio qui la forza della metafora: i cristiani sono testimoni di un’altra Sapienza e, se essi vogliono avere ancora una funzione nel mondo, devono saper trovare la strada per testimoniare la Sapienza di Dio, contenuta nelle beatitudini: il rovesciamento che Dio stesso ha operato in Cristo Gesù. Altrimenti, a poco a poco, anch’essi diventeranno insipidi. Paradosso estremo, perché è noto che, chimicamente, il sale non può perdere il suo sapore. Ma i credenti lo possono, venendo meno al loro compito di mostrare il senso della vita.

La seconda metafora è costituita dalla luce e ha delle analogie profonde con quella del sale, perché anche la luce rimanda alla vita. Non a caso, venire alla luce significa nascere! Nei Salmi è Dio stesso ad essere definito come luce e, nel libro omonimo, la Sapienza viene descritta come “un riflesso della luce” di Dio (Sap 7,26). Risplenda la vostra luce davanti agli uomini non è, in alcun modo, una chiamata all’ostentazione e, tanto meno, a fare di sé stessi il centro di riferimento gravitazionale. La comunità cristiana ha sempre fallito, quando ha fatto di sé l’ombelico del mondo. La città sul monte, il punto di riferimento assoluto non è la chiesa, ma il Regno di Dio, che cresce come il seme nel profondo della terra, dove lo sguardo dell’uomo non arriva e l’intelligenza non scruta. I cristiani sono la luce del mondo, quando lasciano brillare opere che testimoniano il primato del Regno e della sua giustizia: «cercate anzitutto il Regno e la sua Giustizia». È il compito primario del cristiano!

Interrogativi per attualizzare

  1. Essere cristiani ha ancora un senso? Oppure, altrimenti detto, la nostra vita dà ancora sapore a tutti coloro che cercano il “senso”?
  1. Che cosa significa concretamente, nella situazione in cui vivo, cercare il Regno e la sua Giustizia?

Don Massimo Grilli,
Docente di Sacra Scrittura presso la Pontificia Università Gregoriana e Responsabile del Servizio per l’Apostolato Biblico Diocesano