Introduzione al tema del giorno
Il tema di questa domenica e della prossima è impegnativo, perché fa appello alla “responsabilità”. Siamo ancora nel Discorso del monte, dove si affronta un tema centrale dell’ebraismo e del cristianesimo: la Torah di Dio, i comandamenti. E la domanda è la seguente: quale obbedienza al comandamento viene richiesta al cristiano? Perché c’è obbedienza e obbedienza. C’è l’obbedienza degli schiavi e quella dei figli. Dunque, quali sono i connotati di un’ obbedienza autentica?
Per leggere e comprendere
Il Vangelo ci ricorda anzitutto che la Legge di Dio è un dono, ma anche una responsabilità: una responsabilità da prendere sul serio, a tal punto da obbedire anche ai comandamenti più piccoli. «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti: non sono venuto ad abrogare, ma a dare compimento». Chi credeva che Gesù fosse venuto per abrogare la Torah, i comandamenti di Dio? La risposta non è semplice, e tuttavia siamo certi che nella chiesa di Matteo esistevano persone credenti molto sensibili a miracoli e ad altri carismi straordinari, ma poco attente all’osservanza dei comandamenti. Matteo polemizza con questa parte della sua comunità e lo si comprende da quanto scrive poco dopo, nello stesso discorso del monte: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? Nel tuo nome non abbiamo cacciato demòni e non abbiamo fatto nel tuo nome molti prodigi?”. Allora dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti! Andate via da me, operatori d’ iniquità”» (7,21-23). Al tempo di Matteo esistevano dunque larghi settori della comunità che credevano più all’aspetto entusiastico del cristianesimo che all’umile obbedienza al Volere di Dio. Dalla formulazione di Mt 7,22 possiamo dedurre che profezia, esorcismi e miracoli, per coloro che li esercitavano, costituivano dei punti di appoggio e di prestigio. Cose analoghe, del resto, avvenivano nelle comunità paoline (cf. 1 Cor. 12-14). Matteo, dunque, richiama la serietà della Volontà di Dio, fino ai precetti minori. Con la sua Legge Dio non vuole schiacciare l’essere umano; al contrario vuole condurlo l’uomo sulla via della vita: beato chi cammina nella legge del Signore (Sal 1). Solo la nostra pochezza ha potuto pensare che la legge di Dio renda schiavo l’uomo e la donna che vi si sottomettono. La legge di Dio è per la vita dell’uomo e non per la sua mortificazione!
E tuttavia, non basta obbedire, perché la vera obbedienza richiede un discernimento e gli esempi riportati da Matteo insegnano ai discepoli che l’obbedienza è oltre la lettera e il letteralismo. La lettera uccide, è lo Spirito che dà vita. Questo significa che il figlio non si limita a obbedire (questo lo fa anche lo schiavo): il figlio cerca con amore l’autentica volontà del Padre che va cercata “oltre” la lettera. Gesù interpreta, ad esempio, il comandamento “non uccidere” affermando che si uccide il fratello in tanti modi: con la parola, con l’indifferenza, la malignità, l’odio… Dal piano prettamente giuridico, Gesù sposta dunque l’accento sul piano delle decisioni del cuore: è l’atteggiamento del cuore il vero cardine dell’obbedienza. È nel cuore dell’uomo che si decidono omicidi, adulteri, menzogne, inimicizie… La Torah è dono e impegno, grazie e responsabilità. Il credente è chiamato ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni alla luce di due poli che sono: la fedeltà a Dio e la fedeltà all’uomo. Entro questo ambito c’è posto per l’azione libera e responsabile; entro queste due fedeltà è posto lo spazio per la decisione che ognuno è chiamato a prendere.
Interrogativi per attualizzare
- Quali sono le motivazioni che ispirano usualmente le nostre azioni?
- Le nostre comunità cristiane sono chiamate a testimoniare che la strada dell’osservanza dei comandamenti di Dio conduce alla vita. Avviene?
Don Massimo Grilli,
Docente di Sacra Scrittura presso la Pontificia Università Gregoriana e Responsabile del Servizio per l’Apostolato Biblico Diocesano