Che fare quando siamo in difficoltà nei rapporti con gli altri? C’è una soluzione, magari una formula da usare quando subiamo quelli che ci sembrano soprusi e ingiustizie? Come reagire? Nella nostra coscienza di cristiani adulti nella fede cosa dovremmo aver scritto? Quale dovrebbe essere il registro del nostro comportamento? Il Vangelo ancora una volta ci dà la sua soluzione, la risposta che Gesù darebbe a questi interrogativi, ma non con una formula magica. E ora sta a noi comportarci come si sarebbe comportato Gesù, il Maestro, il testimone fedele del Padre. Leggendo il brano di oggi e osservando come è costruito notiamo che ci sono tante sentenze, tanti imperativi, tante belle verità che sono diventate anche modi di dire comuni. Al centro campeggia la regola d’oro, condivisa da diverse religioni e anche da atei: Come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Che bel vivere sarebbe adottandola non soltanto come uno slogan o una formula, ma incidendola nella nostra coscienza: ogni nostra azione verso il prossimo sarebbe di amore, perché il termine di paragone siamo noi stessi e ci amiamo. Sarebbe tangibile una cura costante e reciproca, faremmo tante azioni che rivoluzionerebbero il mondo che conosciamo, le sue regole, le sue formule e i suoi decreti, le sue abitudini e i suoi modi di fare. Salterebbe in aria tutto!
Che faremmo, secondo l’insegnamento del mondo, se un acerrimo avversario dovesse mostrare il suo lato debole? Approfitteremmo del momento per punirlo, ritenendo anche giusta l’azione che stiamo per compiere e diremmo: … finalmente mi sono rifatto! No!! Abbiamo ascoltato dal primo libro di Samuele cosa disse Davide ad Abisai quando si trovò in mano la vita di Saul, suo persecutore: “Non ucciderlo! Chi mai ha messo la mano sul consacrato del Signore ed è rimasto impunito?”. Incontriamo ogni giorno i ‘consacrati del Signore’, perché Cristo è morto per salvare tutti. Sotto questa luce i comandi del Signore “amate i vostri nemici” e “fate del bene senza sperarne nulla” vengono come conseguenza naturale.
Ma, ancora una volta, l’insegnamento di Gesù va oltre e ci spiazza quando dice, riferendosi al Padre, che “egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi”. Qui verrebbero spontanei tanti interrogativi. Allora veramente non c’è più giustizia? Avrei fatto bene a rifarmi in quella occasione! Il buono deve subire senza essere tenuto in conto neanche dal Padre? Il Padre non giudicherà il malvagio, ma sarà con lui benevolo? Che tipo di Dio è il nostro Dio? Ma io non sono come gli ingrati e i malvagi, io sto dalla parte del giusto, io ho subito, non ho fatto nulla di male. Bene! Non ti senti malvagio? Tuttavia, tutti siamo peccatori e che differenza c’è tra un peccatore e un malvagio agli occhi del Signore? E qui l’esortazione di Gesù sarebbe da incidere a lettere di fuoco nella nostra coscienza, accanto alla ‘regola d’oro’: “siate misericordiosi, come Dio è misericordioso”. Ecco la risposta a tutte le domande sulla giustizia: Dio è misericordioso e noi lo dobbiamo diventare avendo come termine di paragone il Padre. La misericordia verso il prossimo, come l’amore, copre una grande quantità di peccati (cfr. 1Pt 4,8)! Va bene, ma lui è Dio e io sono una povera creatura, come faccio? Non perdiamoci d’animo, ricordiamo di essere ‘figli dell’Altissimo’, fatti a sua immagine e somiglianza, e, con la grazia particolare di questo stato, possiamo imitare la sua misericordia, non senza sforzo, non senza combattimento. Nel nostro piccolo ce la possiamo fare, possiamo cambiare i rapporti tra le persone: in famiglia, sul posto di lavoro, in metropolitana, in tutte le situazioni che, vivendo, ci si presentano. Bisogna vedere Dio in ogni essere umano, chiunque questi sia! Operando in questo modo, cambiando il nostro modo di agire e quindi di essere, abbandoneremo l’uomo terreno e diventeremo simili all’uomo celeste, come ci ricorda san Paolo nel brano di oggi. Preghiamo lo Spirito Santo che ci ricordi in ogni circostanza della nostra vita le parole di Cristo del Vangelo di oggi.
Enrico Ottaviani
diacono permanente in servizio pastorale presso la parrocchia della Sacra Famiglia, Palestrina