Commento al Vangelo per la VIII Domenica del Tempo Ordinario /C

Il Vangelo di oggi segue quello delle Beatitudini e del perdono. Siamo nel sesto capitolo del vangelo di Luca, nei versetti in cui Gesù cerca di fari entrare nella logica delle Beatitudini.

La pagina di questa domenica, VIII del Tempo Ordinario, costituisce una raccolta di brevi detti del Signore, divenuti celebri, spesso presenti anche sulle nostre labbra come quello della trave nell’occhio e della pagliuzza, una breve parabola con cui Gesù, con una bella dose di umorismo e di eleganza, ci fa riflettere sul quel grande male che è l’ipocrisia.

Tutto questo si incentra su una catechesi che il Signore ci dona sul tema della vista, il vedere.

Gli esempi che riporta Gesù vanno proprio a incentrarsi sul vedere e ciò che può ostacolare tutto questo: di certo non è facile vedere avendo una trave negli occhi o della pagliuzza…

Quando si hanno problemi con gli occhi si va da un oculista…Ecco, in questa domenica chiediamo a Gesù, medico dei corpi e delle anime, che ci faccia dono del collirio della MISERICORDIA!

La misericordia che ci aiuta a comprendere che un cieco non può guidare un altro cieco!

Una misericordia che porta a riconoscere ciò che siamo realmente, che fa scalare le marce alla macchina lanciata all’impazzata del facile giudizio, dell’ergersi a giudici implacabili dimenticando ciò che realmente anche noi siamo, restando imprigionati nell’ipocrisia.

Fa riflettere quel detto usato anche dalle nostre parti che recita “gli occhi sono lo specchio dell’anima”.

Se i tuoi occhi non colgono la verità su di te e sui fratelli che ti sono vicini, cosa c’è allora dentro il tuo cuore?

Forse non a caso papa Francesco spesso ci ricorda quanto facciano male le critiche, lo sparlare degli altri, il tagliare i panni addosso agli altri… ma quello che fa ancor più male è che tutto questo spesso siamo abili nel motivarlo, sì, motivarlo. Quante volte si sente dire: «…e cosa vuoi che sia? Che stiamo facendo di male? Stiamo solo(s)parlando!…». Sono per costoro le parole del vangelo di oggi: “L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene: l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.”.

Da qui non si scappa, inutile trovare scappatoie. Gesù è chiaro!

Prima devo fare un lavoro serio su di me, cogliere ciò che non va nella mia vita, riallacciare un percorso di verità, di grazia di Dio che magari s’è interrotto, magari è congelato, rimandato…Quante volte andiamo in giro con carichi di travi negli occhi…Il testo del vangelo è spiazzante nella sua chiarezza e verità: la trave non sta nell’occhio del fratello, ma nel tuo occhio. In quello del fratello c’è la pagliuzza.

C’è una bella differenza tra una trave e una pagliuzza, eppure tutte e due danno fastidio all’occhio, ostacolano il corretto vedere.

Qui capiamo quando Gesù ci propone la beatitudine della misericordia: Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia. (Matteo 5, 7).

Riprendendo quindi la pagina di Luca di due domeniche fa, appunto quella che Gesù in queste domeniche sta commentando, l’ipocrita è colui che ora si sente ricco, sazio, consolato, che ride noncurante del danno che il suo dire e fare sta provocando…e per lui c’è da parte del Signore solo il rimprovero, non “Beato te” ma “Guai a te”!

Dovremmo tornare a casa oggi coscienti del lavoro che ognuno deve compiere su se stesso, del tempo da dedicare per fare verità su di sé e togliere chissà quante maschere…

E ci vuole tempo, si il tempo… Interessante notare che Luca riporti qui, al capitolo 6, questo discorso sulla correzione personale. Si parlerà anche di correzione fraterna, ma più avanti, addirittura al capitolo 17 del vangelo.

E allora coraggio!

Stiamo terminando il tempo di carnevale, anche se in un periodo di sottotono qualche maschera si è vista in giro… Mercoledì che viene, 2 marzo, inizierà il santo Tempo della Quaresima. Ma dopo aver ascoltato questo vangelo mi rendo conto che il Signore mi chiede di anticipare la fine del mio carnevale, di togliere già da oggi la maschera, di riscoprirmi in questa Pasqua della Settimana, insieme ai fratelli e sorelle che con me celebrano l’Eucaristia, tutti figli amati da un unico Padre.

Don Marco Ilari,
parroco in Santa Maria del Popolo in Villalba di Guidonia