Commento al Vangelo per la XI Domenica T.O. /B

Il Vangelo di oggi ci riporta nel contesto di una predicazione più ampia di Gesù, che, raggiunto da una grande folla radunatasi per ascoltarlo, sale su una barca, si scosta leggermente dalla riva del mare e, messosi a sedere, inizia il suo discorso.

Egli parla del seminatore uscito a gettare la semente, della lampada, e poi racconta ai convenuti queste due parabole sul Regno dei cieli.

Le parole dell’evangelista Marco ci richiamano alla mente i processi naturali della crescita delle piante, l’amore del contadino per la terra, la cura che egli mette nel coltivare i semi piantati, e, giustamente, è messo in evidenza come la natura faccia il suo corso, “spontaneamente”. Che il contadino dorma o vegli, il seme germoglia e cresce, la terra produce lo stelo, la spiga e poi il chicco pieno.

In questo inarrestabile procedimento vitale il seme si sviluppa finché tutto è pronto per procedere alla mietitura.

Questi versetti hanno un grande messaggio di speranza e incoraggiamento per gli educatori, i genitori, i catechisti e tutti coloro che sono coinvolti nella missione di evangelizzare: comunichiamo la Parola di Dio, gettiamo il seme, lo piantiamo, ma esso porta racchiusa in sé la forza di crescere.

La seconda parte della parabola paragona il Regno di Dio ad un granellino di senape, il più piccolo di tutti i semi, di 1-2 millimetri di diametro. Da questo minuscolo germe di vita cresce un grande albero, nell’ombra dei suoi rami trovano addirittura riparo gli uccelli del cielo.

Quindi la parabola ci dice che da una entità tanto piccola può generarsi la più grande delle realtà!

Così come ha raccontato anche la Prima Lettura dal libro del profeta Ezechiele: un piccolo ramo piantato dal Signore “sul monte”, cioè nel luogo della visione di Dio, diventa un cedro imponente. Questo può accadere perché il Signore è potente ed “innalza l’albero basso”.

Anche il Salmo di oggi canta:
… il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano,
piantati nella casa del Signore |
fioriranno negli atri del nostro Dio

Grandi meraviglie compie il Signore, stupisce l’uomo con i suoi prodigi che vanno ben aldilà delle aspettative umane. Dio ha piantato nella terra il Suo Figlio prediletto; il Figlio di Dio si è abbassato nella più umile delle realtà, la più misera, da questo abbassamento – Kenosis – si è poi manifestato in tutta la sua grandezza, vincendo la morte.

Pur nella piccolezza della nostra fede, piantati nella casa del Signore, se accogliamo in noi il seme della Parola, possiamo crescere e produrre anche noi frutto.

Maria Teresa Ciprari,
direttore del Museo diocesano prenestino di arte sacra, Palestrina