Commento al Vangelo per la XIV Domenica del Tempo Ordinario /C

Introduzione al tema del giorno

Raccontando l’invio dei 70/72 discepoli (impossibile risolvere il problema testuale sul numero, ma il significato non cambia), dopo il primo invio dei Dodici (cap. 9), Luca guarda alla missione universale della chiesa. La missione dei Dodici prefigurava l’invio a Israele, mentre la missione dei 70/72 prefigura la missione al mondo. Le due realtà vengono in questo modo radicate nell’unica volontà divina di salvare tutti gli uomini, senza distinzione alcuna: prima Israele, il popolo di Dio, e poi l’universo intero. Un compito colmo di rischi e di ostilità, ma anche di consolazione e di pace. E della lieta certezza che i nomi degli evangelizzatori sono scritti in cielo.

Per leggere e comprendere

L’esortazione di Gesù si apre con la metafora degli agnelli e dei lupi, ricorrente sia nella letteratura classica che in quella biblica. Essa presenta in maniera icastica l’atmosfera della missione cristiana. Non dice solo la situazione in cui i discepoli si troveranno, ma anche l’atteggiamento che essi dovranno assumere, in sintonia con il Servo di YHWH, che fu «condotto come agnello al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori» (Is 53). Il nemico e l’ingiusto restano per il cristiano “prossimo”.

Le disposizioni sull’equipaggiamento riflettono un radicalismo sconcertante: né borsa, né bisaccia, né sandali, «e non salutate nessuno per la strada». La chiave interpretativa di un tale radicalismo è legata al tema stesso dell’evangelizzazione: la povertà è costitutiva dell’annuncio cristiano e la mancanza di mezzi dimostra che il Regno annunciato è gratuità: non è negoziabile né cedibile con prezzi umani. I messaggeri sono nunzi di una realtà che primariamente non appar­tiene a loro: non l’hanno acquistata e non pos­sono venderla.

Il primo saluto da offrire agli uomini è «pace!». Shalom è il bene messianico per eccellenza (Is 9,1-6; 11,6-9). Di fatto, però, la pace messianica è cosa estremamente seria. Il gesto di scuotersi la polvere dai piedi, in caso di rifiuto, è connotato di notevole forza simbolica: espri­me la separa­zione e la considera­zione di quel luogo come terra sottoposta al giudizio di Dio. L’istruzione di Gesù si chiude con questo gesto di monito: ogni uomo è posto ora di fronte a una scelta che, in ogni caso, risulta decisiva e porta conseguen­ze dirom­penti.

La gioia è il motivo che caratterizza il ritorno dei discepoli dalla missione, illuminato anche dalla prima lettura di Isaia, dove lo sguardo è rivolto alla nuova Gerusalemme e al nuovo popolo, che Dio sta costruendo dopo l’esilio. La stessa novità e la stessa gioia contraddistinguono la conclusione del Vangelo odierno, incentrato sulla caduta di Satana e, dunque, sulla fine del suo potere sugli uomini e sull’inaugurazione di un mondo nuovo. Visione e linguaggio sono di stampo apocalittico, ma ciò che più conta in questa visione della sconfitta di Satana è il messaggio. Satana rappresenta nell’universo di Luca la personificazione della logica del male: una logica che ora si è spezzata. Con la proclamazione del Regno, l’agire salvifico di Dio non è più una promessa, ma una realtà. Nelle parole degli evangelizzatori, nella loro vittoria sulla malattia e su ogni genere di male si realizza l’utopia di un mondo giusto e felice, che solo la promessa di Dio trasforma in possibilità oggettiva mentre l’uomo è chiamato a tradurla in realtà. Ma l’esortazione conclusiva di Gesù riporta nella giusta collocazione le opere potenti dei discepoli, sempre tentati di conferire troppa importanza agli eventi sensazionali. Una sola è in realtà la cosa che conta e che è all’origine della gioia autentica: «Rallegratevi che i vostri nomi sono scritti in cielo».

Interrogativi per attualizzare

  1. Cosa consideriamo prezioso e a cosa diamo importanza nella nostra evangelizzazione?
  2. Da quali fattori dipende lo scarso impatto del nostro messaggio sulla società odierna?

Don Massimo Grilli,
Docente di Sacra Scrittura presso la Pontificia Università Gregoriana e Responsabile del Servizio per l’Apostolato Biblico Diocesano