Introduzione al tema del giorno
Il tema della salvezza e di quelli che si salvano ha conosciuto nella storia diverse posizioni. La tentazione di sentenziare, salvando gli esseri umani che stanno dalla nostra parte e condannando quelli che stanno dall’altra, è costante nella storia degli uomini. Le letture di oggi, invece, presentano una situazione affatto scontata, perché dicono che davanti a ogni uomo c’è una porta stretta e una larga: una aperta, che potrebbe paradossalmente chiudersi davanti a chi si ritiene giusto, e una chiusa che improvvisamente si spalanca di fronte a persone ritenute indegne. Un tema impegnativo.
Per leggere e comprendere
Il tema è impegnativo anche perché gli insegnamenti sulla salvezza, raccolti da Luca e inseriti nel viaggio di Gesù verso Gerusalemme, non sono facili da strutturare, e nemmeno da interpretare. Lo si percepisce già dalla prima risposta di Gesù alla domanda «Signore, sono pochi coloro che si salvano?». La replica di Gesù a questa domanda non è diretta, ma composita: si passa dalla porta stretta a quella completamente chiusa, che poi però si riapre per quelli che vengono da oriente a occidente, introdotti alla mensa del Regno a differenza di altri che rimangono fuori. Questi sconcertanti passaggi introducono anzitutto il lettore nel mondo di Dio, che l’uomo può solo in parte raggiungere, per quel che gli è rivelato. Invece di rispondere direttamente alla domanda sul numero dei salvati, speculando sul loro numero, Gesù interpella gli interlocutori, ponendoli davanti a una decisione. La metafora della porta stretta attraverso la quale bisogna “sforzarsi di entrare” per raggiungere il banchetto escatologico richiama l’appello alla conversione, molto caro a Luca. Ecco il punto decisivo: dare o meno la salvezza non spetta all’uomo, ma a Dio; l’uomo, invece, è chiamato a convertirsi. Un popolo che vuole entrare nella festa escatologica deve prendere sul serio Dio e la sua volontà. Camminare con Dio significa percorrere una strada dura, difficile, dove non sono molti a voler passare. Antonio il grande, padre di tutti i monaci, diceva in modo lapidario: «Ogni mattina mi dico: oggi comincio». Decidersi per Dio, giorno dopo giorno, è la porta stretta da attraversare.
Alla metafora della porta stretta, Luca accosta quella della porta chiusa: «Dopo che il padrone di casa si sarà alzato e avrà chiuso la porta, comincerete a stare fuori e a bussare dicendo: “Signore, aprici!”. Allora rispondendo dirà: “Non so di dove siete”. L’immagine è di una certa durezza, ma risuona di ammonimento perenne soprattutto per coloro che si sentono già salvi, perché «hanno bevuto e mangiato dinanzi a lui e lo hanno udito insegnare nelle loro piazze». L’accento è posto sulla fedeltà giorno dopo giorno. È illusorio ritenersi credenti sulla base di appartenenze e privilegi carismatici, quando essi non si traducono in fede viva e operosa. La fede non vive sul piedistallo delle professioni di fede fatte con le labbra. O, comunque, non basta. Non basta l’ortodossia; è necessaria l’ortoprassi.
La conclusione della pagina evangelica presenta, invece, l’immagine consolante di una porta che si apre agli “ultimi”, che «verranno da Oriente e da Occidente, da Settentrione e da Mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio». Qui non si tratta degli ebrei rigettati (i primi) e dei pagani accolti (gli ultimi) e neppure si tratta, primariamente, di una parenesi che assicurerebbe soltanto ai fedeli l’accesso al banchetto escatologico e agli infedeli la dannazione eterna. Qui si tratta anzitutto della liberalità e della libertà di Dio, che non si lascia rinchiudere dentro le muraglie costruite da logiche puramente umane.
Interrogativi per attualizzare
- Noi, uomini di chiesa, dove siamo soliti tracciare il confine tra salvati e dannati? E con quali criteri poniamo gli uni di qua e gli altri di là?
- Abbiamo ancora il coraggio di annunciare la via cristiana come una “porta stretta”?
Don Massimo Grilli,
Docente di Sacra Scrittura presso la Pontificia Università Gregoriana e Responsabile del Servizio per l’Apostolato Biblico Diocesano