Commento al Vangelo per la XXVII Domenica del Tempo Ordinario /C

Introduzione al tema del giorno

La prima lettura tratta dal profeta Abacuc e il brano del vangelo di Luca propongono un tema che percorre la Bibbia da cima a fondo, ma che emerge soprattutto nei momenti difficili della vita del popolo e dei singoli. Un tema che ha appassionato credenti e non credenti, santi e uomini comuni: il silenzio di Dio con la sua apparente lontananza dalle vicende umane e la sfida della fede. Quel silenzio di cui ha fatto l’esperienza lo stesso Gesù in croce: «Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Eppure, la certezza della presenza di Dio, anche nel momento in cui tace, appartiene alla fede autentica, che sfida l’evidenza.

Per leggere e comprendere

La supplica degli apostoli nella pagina di Luca esprime molto bene la situazione della chiesa post-pasquale: una chiesa segnata dai dubbi e dalle incertezze sulla parola di Gesù, dalla fatica e dall’insuccesso della missione. La risposta di Gesù fa leva sul paradosso: «Se aveste fede come un granello di senapa, potreste dire a questo gelso/sicomoro: sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe». Da una parte, dunque, sta la fede paragonabile a un “granello di senapa” e, dall’altra, stanno la grandezza e la robustezza di una “pianta” impossibile da sradicare. Se la pianta di cui si parla fosse il sicomoro (il testo non è chiaro), il paradosso sarebbe ancora più consistente, dato che il sicomoro veniva reputato un albero che poteva rimanere piantato anche per 600 anni ed era dunque difficilmente sradicabile. In ogni caso, il senso dell’iperbole rimane molto chiaro: Gesù vuol dire che niente, assolutamente niente, è impossibile alla fede. È importante notare che non è il miracolo che produce la fede, ma viceversa!

La parabola sul padrone e sul servo ha la funzione di illustrare il senso delle parole di Gesù: l’uomo che avanza pretese davanti a Dio è un uomo che “si appoggia” su se stesso e non su Dio. La fede autentica poggia sulle opere di Dio, sulla sua sovranità e sulla sua grazia. Che non schiavizza, ma libera dalla percezione di sé come centro del mondo. La fede è riconoscere che “siamo” dal Signore e che in lui tutto è grazia: la sua parola come il suo silenzio. La fede è riconoscere la sapienza di Dio nell’alternarsi storico delle vicende e significa riconoscere che il suo amore, la sua consolazione e la sua pace non vengono mai meno, sia che egli parli e si esprima con la sua parola, sia che lo faccia con il suo silenzio. La fede in Dio accetta il suo inesprimibile mistero, che si traduce in parola e silenzio, come canta una bella lirica di Soeren Kierkegaard: «Padre celeste! In molti modi tu parli ad un uomo: Tu, l’unico che hai sapienza e intelligenza, vuoi tuttavia renderti comprensibile a lui. Tu parli anche quando taci; perché parla anche colui che tace, per provare l’amato; parla anche colui che tace, affinché l’ora del capire sia tanto più intima quando essa verrà. Padre celeste, non è forse così? Oh, quando tutto tace, quando un uomo se ne sta solo e abbandonato e più non sente la tua voce, allora forse è per lui come se la separazione dovesse essere eterna. Oh, nel tempo del silenzio, quando un uomo languisce nel deserto e non sente la tua voce: allora è forse per lui come se essa fosse quasi del tutto svanita. Padre celeste, è ben questo il momento del silenzio, dei confidenziali colloqui. Così, fa’ che sia benedetto anche questo tuo silenzio come ogni parola che tu rivolgi all’uomo; che egli non dimentichi che tu parli anche quando taci. Donagli, mentre è in attesa di te, la consolazione di capire che tu taci per amore, così come parli per amore; di modo che, sia che tu taccia o parli, sei sempre il medesimo Padre, sia che ci guidi con la tua voce o ci educhi col tuo silenzio».

Interrogativi per attualizzare

  1. Nella mia comunità esiste un cammino di fede matura e responsabile?
  2. In quali circostanze ho avvertito il silenzio di Dio? Qual è stato il mio comportamento?

Don Massimo Grilli,
Docente di Sacra Scrittura presso la Pontificia Università Gregoriana e Responsabile del Servizio per l’Apostolato Biblico Diocesano