Questo episodio del vangelo di Marco si svolge nei pressi di Gerusalemme dove Gesù si era recato per vedere quello che accadeva nel Tempio. La parte iniziale del versetto 28, non citato in questa pericope, ci dice che Gesù viene avvicinato da uno scriba che aveva ascoltato il confronto tra Gesù e i Sadducei ed era rimasto positivamente toccato dalle sue risposte. Lo scriba gli chiede quale è il primo tra tutti i comandamenti, ma non lo fa in modo accusatorio, ma da discepolo, con l’atteggiamento di chi è lì per imparare, infatti la Parola di Dio era già entrata nel suo cuore. Gesù risponde con una delle preghiere più care al popolo di Israele “Sh’ma Israel” ossia “Ascolta Israele”. È un invito forte che viene rivolto a tutto il popolo perché faccia memoria all’unicità del Signore. Prosegue poi richiamando l’amore del Signore verso il suo popolo: “Amerai il Signore Dio Tuo e il tuo prossimo come te stesso”.
Gesù mette insieme questi due comandamenti che contengono le due dimensioni, una verticale verso Dio «amerai il tuo Dio», e una orizzontale, verso gli uomini «amerai il tuo prossimo come te stesso». Le stesse dimensioni di uno stesso amore, quello di Dio. Dopo che Gesù parla, i ruoli quasi si ribaltano, il discepolo apprezza ciò che Gesù dice al punto di sottolinearlo compiaciuto dicendo che aveva risposto secondo verità. Ed è proprio su questo cambio di prospettiva che si basa la parte finale del brano del Vangelo, al punto che Gesù gli dice: «Non sei lontano dal regno di Dio».
In questo brano Gesù vuole dirci che solo attraverso l’amore possiamo annunciare il Regno di Dio, solo se amiamo il prossimo di un amore che prende origine da Dio. Egli ci ha amato per primo e solo nutrendoci di questo amore possiamo trovare alimento per amare il prossimo. Possiamo concludere con una frase di sant’Agostino: «Nell’amare Dio, amo anche l’uomo e nell’amare l’uomo, amo anche Dio».
Diacono Fabio Iannilli,
in servizio presso la parrocchia di Santa Maria del popolo in Villalba di Guidonia