Commento al Vangelo per la XXXIV Domenica del Tempo Ordinario /B Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo

La prima lettura di oggi dice di Gesù:

Gli furono dati potere, gloria e regno;
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano:
il suo potere è un potere eterno,
che non finirà mai,
e il suo regno non sarà mai distrutto.

Gesù è re, lui è il vero Re. Re del cielo e della terra, di tutto l’universo. E partendo proprio da quella che è la nostra comprensione della regalità, guardando i re della terra arriviamo un po’ a comprendere quello che dovrebbe essere la regalità di Cristo su ognuno di noi e sulla chiesa e sul mondo.
Ognuno di noi è come se fosse, e dovrebbe essere la sua nazione, e lui dovrebbe poter disporre della sua nazione sempre e come e dove vuole, come fa un re nel suo regno con i suoi tre munus (poteri) legislativo, esecutivo e giudiziario.
Gesù è il nostro Re, due volte, uno perché ci ha creato e due perché ci ha salvato. Siamo suoi due volte.

Ma è qui che il Vangelo fa trasparire la diversità tra la regalità di Cristo e la regalità dell’uomo:
Due re a confronto. Gesù e Pilato. Chi è il vero re fra i due? Noi sappiamo, anzi siamo sicuri che è Cristo, eppure Pilato si pone come colui che ha potere su Cristo. E Gesù lo lascia fare perché lui, il vero re non impone il suo regno, non fa violenza per prendere l’uomo, ama l’uomo per prendere l’uomo, e l’amore vero quello di Cristo, si lascia crocifiggere, e Pilato dall’alto della sua regalità crocifigge. Pilato interroga Gesù ma in realtà è Gesù che interroga Pilato sulle cose che veramente contano: la verità, l’eternità. E la verità si difende da sola anche sulla croce.

È così che fa Gesù con noi, ci vuole far scendere dal trono che ci siamo creati, dalla nostra presunzione, dal nostro voler manipolare tutto e tutti: il mondo le cose, gli altri, persino la verità stessa che è Dio. E lo fa morendo per noi!
“Che cos’è la verità?”
Domanda sbagliata caro Pilato! La verità non è una cosa da poter manipolare. La verità è una persona: Cristo è la verità, la vita, la via. La verità è una relazione personale con lui.
E nella vita, nella nostra vita, noi che siamo i presunti re di noi stessi, che ci diciamo liberi, passiamo continuamente affianco alla verità e rischiamo di negarla e rinnegarla. E Gesù nel suo Vangelo ci dice che solo la verità ci renderà liberi, cioè solo facendo regnare in noi Cristo noi saremo veramente i padroni di noi stessi, non asserviti agli idoli vani, ai compromessi, alle menzogne diaboliche, alle false ideologie, alle mode del momento, ai piaceri dei sensi.

Come Adamo ed Eva, i primi ma, purtroppo, di una lunga schiera, che in nome di una autonomia dal loro Dio e creatore si sono messi sotto la tirannia di satana che muove i fili di una umanità ridotta a marionetta.
Parafrasando l’inno di Epifania diciamo: perché temi Pilato il Signore che viene? Non toglie i regni umani, chi dà il regno dei cieli.
Se capissimo quanto ci ama il nostro Re, non avremmo paura di aprigli il cuore e permettergli che lui sia la nostra guida, la nostra luce, la fonte ispiratrice del nostro pensare, fare e sentire, quaggiù, nel regno di questa terra, per costruire in lui, con lui e per lui il regno dei cieli.

Don Alessandro Frate,
parroco di Sant’Andrea Apostolo in Labico