Commento per la XXII Domenica del Tempo Ordinario /B

«Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti».

L’ipocrisia, che ha una radice riconducibile alla parola greca il cui significato è “simulazione”, è un meccanismo, quasi una coreografia che gioca tutto sull’apparenza. Una pagina meravigliosa del Vangelo è quella di Gesù che denuncia i sepolcri imbiancati: belli a vedersi all’esterno, ma pieni di marciume all’interno. I farisei infatti e tutti i giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti. L’ipocrita ha un volto pulito, senza rughe e senza macchie, si presenta con toni affabili, con voce suadente. Ci corteggia per poi colpirci, alle spalle, con il massimo del cinismo. Ma contro gli ipocriti abbiamo una carta da giocare come ha fatto Gesù: smascherarli è molto più facile di quanto loro stessi possono pensare.

«Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini… ».

Uno di questi segnali prima o poi viene fuori. Gli ipocriti, accecati dal loro narcisismo, sono sempre pronti a parlare male di qualcuno, specie di chi potrebbe fare ombra ai loro presunti meriti. Usano il venticello della calunnia per denigrare qualsiasi persona e non hanno ritegno nel condire queste critiche anche con pesanti bugie. Gli ipocriti vivono blindati nelle loro certezze, non sono neanche sfiorati dalla grazia del dubbio. Ogni parola che pronunciano è una tavola della verità: guai a contraddirli, se vi va bene è solo fatica sprecata. Se vi va male, sarete sommersi dagli insulti. Gli ipocriti di solito si auto-declamano maestri di morale. Non hanno difetti, non commettono né reati, né peccati. Sono dei modelli di vita. Peccato solo che sia tutto finto.

Che cosa vuol dire essere una persona ipocrita?

Il comportamento dell’ipocrita è come la raffica di un fucile a cartucce che sparge i suoi colpi con una raggiera di pallini a 360 gradi. In tutte le direzioni. Finge virtù e qualità importanti, ma in realtà non possiede né le une, né le altre.  Semina parole e precetti ispirati alla morale, ma è il primo a non applicarli. Anzi, la sua è la classica morale dei moralisti: vale per gli altri ma non per sé stessi. L’ipocrita riesce a mostrare sentimenti autentici che non gli appartengono: la lealtà, l’amicizia, l’amore. Sparge complimenti, sorrisi, parole dolci: ma appena volti le spalle è pronto a ferirti, a dire ad altri tutto il male possibile su chi ha appena adulato di persona. L’ipocrita ha una malattia dell’anima che lo fa apparire esattamente il contrario di ciò che è nella realtà, “questo popolo mi onora con le labbra”.

Ipocrisia e falsità vanno di pari passo. Una persona ipocrita, come abbiamo visto, ha bisogno di dire bugie: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Quei farisei avranno sicuramente visto alcuni discepoli, che diventano “tutti i discepoli”, come riguardo ai diversi luoghi comuni; uno straniero tutti gli stranieri, un clandestino tutti i clandestini ecc. Chi è falso ha bisogno di mascherare le sue menzogne con l’ipocrisia. Spesso per capire la falsità di un uomo o di una donna, dovete partire dalla sua esteriorità, come nel caso dei sepolcri imbiancati e della loro doppia identità. La persona falsa, con il loro sorriso sempre ben stampato in faccia, è un maestro del perbenismo. Confonde l’etichetta con il senso della vita, e riduce tutto a un suo galateo, “ i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi” laddove la vera educazione, come la vera virtù, è quella che portiamo dentro e non solo nelle nostre manifestazioni esteriori. «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo». Chi è falso è sempre pronto a squadernare una regola da Monsignor Della Casa, ma poi crolla di fronte alla prima prova con la quale dovrebbe dimostrare la sua lealtà. Nella sua vita tutto è una regola, un’etichetta, un come comportarsi. Peccato però che manchi la sostanza dei valori. Un altro segnale importante arriva dal linguaggio. La persona falsa è pronta a riempirvi di complimenti (per poi insultarvi e tradirvi): alcuni sono spudoratamente falsi, altri del tutto inutili.

Fratelli miei carissimi, ogni buon regalo e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre, creatore della luce: presso di lui non c’è variazione, né ombra di cambiamento. Per sua volontà Egli ci ha generati per mezzo della parola di verità, per essere una primizia delle sue creature.

Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi.

“Imparerai a tue spese che nella vita incontrerai molte maschere e pochi volti”.  Luigi Pirandello

Don Marco Palmerani,
parroco in Divin Salvatore, Zagarolo