Quanto vale Dio?
Siamo abituati a dare un valore a ogni cosa e anche quando guardiamo gli altri, li stimiamo semplicemente da come essi appaiono. “Come ti presenti, così ti stimano”: a seconda del tuo aspetto riceverai applausi o giudizi negativi. Oggi il Vangelo ci parla del contrasto di vesti lunghe e costose, di lusinghe e saluti ossequiosi nelle piazze di coloro che insegnavano, gli scribi, e le mani di una donna, una vedova povera che arriva dopo molti ricchi e getta nel tesoro del tempio due monetine, che non avrebbero fatto rumore neanche se fossero cadute a terra o su un pezzo di metallo.
Eppure quel giorno, davanti a Gesù, quelle due monete hanno tintinnato più dello scroscio fragoroso di una borsa piena di monete d’oro, perché quella donna aveva profuso nel tempio tutto quello che aveva per vivere, tutta la sua esistenza. Non aveva più l’amore della sua vita, non aveva più chi potesse difenderla ed era ancor più povera perché non aveva più un cuore che l’avrebbe amata pienamente.
Lei si fida di Dio: poteva gettare nel tesoro soltanto una delle sue monetine e, invece, non basta: si priva di tutto. E Gesù la guarda e la fa ammirare dalla folla perché Dio vale tutto quello che ha per vivere, vale tutta la sua vita. Anche se nessuno l’avesse degnata di uno sguardo, Dio avrebbe pensato a lei, come fa un papà per una figlia piccola, indifesa, desiderosa solo di una carezza.
C’è chi insegna: gli scribi, e chi davvero lascia il segno: una povera donna con lo sguardo rivolto all’Altissimo.
C’è chi si nutre dei commenti positivi e dei “like” nelle piazze dei social, e chi si fida totalmente di Dio, senza raccogliere applausi, ma cattura il cuore di Gesù, Lui che sa guardare.
C’è chi conquista i cuori ammaliando come i pavoni e chi guarda con vestiti dimessi ma occhi limpidi a chiunque ha dinanzi.
Quello che più ci interessa è l’opinione che gli altri possono avere di noi e un po’ come gli scribi, ci affanniamo ad essere sempre inappuntabili, a sapere tutto, a primeggiare di fronte a tutti. Viviamo con l’ansia di essere i primi e di strafare, di vestire bene, di apparire sempre al top, di essere in forma e inarrivabili…. E dentro il cuore ci divora la tristezza di non sentirci amati.
Una vedova povera ci dà una lezione e Gesù la sottolinea: una fila di ricchi butta tante monete nel tesoro del tempio e forse cerca di “comprarsi” un posto d’onore. Arriva una donna, una vedova a cui “non avresti dato due spicci” e con quelle due monete surclassa tutti: lei si sente amata, sente che Dio le vuole bene e, quando qualcuno ti vuole bene, sai che la peggior figuraccia che farai non è poi così grave, anche quando hai la faccia tosta di sfidare “quelli che sanno tutto”, quelli che già sono santi perché hanno svuotato le loro tasche nel tesoro.
Gesù invece guarda chi non ha il coraggio di farsi vedere, ama chi ripone in Dio tutta la sua vita, chi non pensa che a gettarsi nelle sue braccia, perché sa che la propria vita vale per il Signore. Lui è uno che cerca misericordia e non sacrifici.
Don Fernando Cianfriglia,
parroco presso la parrocchia della Sacra Famiglia, Palestrina