San Giovanni Paolo II disse: «Se vivi con i giovani, dovrai diventare anche tu giovane». E aveva ragione, ma dobbiamo crederci davvero. Don Gianluca Zelli, direttore dell’UCD di Tivoli, ha nuovamente coinvolto catechisti e accompagnatori dei genitori su “La bellezza dell’educare”. Nel primo appuntamento del 18 novembre ’23 lo sguardo si era posato sui bambini compresi tra 0-10 anni; nell’intera giornata di sabato 20 gennaio ’24, invece, si è guardato al mondo degli adolescenti, nella fascia di età 12-17 anni.
I numerosi partecipanti provenienti da diverse comunità parrocchiali del territorio diocesano, sono stati ricevuti negli ambienti della parrocchia San Silvestro Papa di Villa Adriana, mentre gli approfondimenti formativi sono stati affidati, come nel primo appuntamento, al prof. Ezio Aceti, psicologo dell’età evolutiva, collaboratore CEI, consacrato focolarino, autore prolifico di numerosi libri e fondatore dell’Associazione “Parvus”.
Don Gianluca ha introdotto i lavori partendo dalla nota pastorale C’è qui un ragazzo, consegnata dal Vescovo Mauro Parmeggiani alla Chiesa di Tivoli e di Palestrina, per accompagnare i giovani che dopo la Cresima e la Comunione proseguono il cammino nel tempo della mistagogia.
Ma chi sono gli adolescenti? Un mondo da scoprire, conoscere ed abitare per imparare a parlare il loro stesso “linguaggio”. Lo ha spiegato il prof. Aceti, partendo dalla “libertà” che va ricercata nel corpo e nel pensiero. Un corpo in crescita che si trasforma: ma se i ragazzi hanno una percezione negativa di sé, le loro potenzialità non daranno frutto. Il corpo è il biglietto da visita che presentano al mondo, mentre la modalità per comprendere se stessi e la realtà che li circonda è fatta di esperienze forti, perché i giovani ragionano per “assoluti”: o tutto o niente! Siamo chiamati ad insegnare loro a conoscersi non solo anatomicamente, ma anche interiormente e a seguire il loro sviluppo intellettivo: gli adolescenti hanno idee e le vivono all’ennesima potenza.
Tutta la loro energia fisica e concettuale va incanalata verso un fine più alto, fatto di scelte coraggiose che vengono proprio dalle loro idee positive e non da quel pensiero omologato, figlio dell’influencer di turno. Nel pomeriggio Aceti si è soffermato sulla “libertà” nella relazione e nell’amare: bisogna dare a questi ragazzi dei punti di riferimento autentici che generino gioia e non esempi costruiti su false illusioni che ammaliano, ma poi conducono ad un’infinita tristezza.
Per evitare che dilaghino la violenza, la pornografia, il bullismo, siamo chiamati a proporre ai ragazzi esperienze belle e alte che educhino alla solidarietà, alla carità verso l’altro, all’accoglienza della diversità e vanno aiutati a fiorire, conoscere e valorizzare la bellezza che Dio ha posto in ognuno e che li rende unici ed irripetibili.
Ecco la vocazione dell’adulto che si affianca ai ragazzi per accompagnarli con pazienza all’accettazione del loro corpo, senza giudicare e sostenendoli; che affronta i loro ragionamenti senza drammatizzare o banalizzare le loro esperienze; che racconta sempre la verità; che ascolta le parole, anche quelle “non dette” e che risponde ai loro interrogativi sempre con un linguaggio d’amore, sullo stile di Gesù. “C’è qui un ragazzo” vuol dire accoglierlo e ascoltarlo nella consapevolezza che dal quel ragazzo può giungere la “soluzione migliore”, come nel Vangelo: proprio grazie ai “5 pani e 2 pesci” donati dal ragazzo, è scaturito il miracolo e si è riaccesa la speranza.
L’UCD offre un ulteriore incontro on line, giovedì 1° febbraio, sugli argomenti trattati dal prof. Aceti e su una prima ricaduta pastorale nelle comunità.
Ivana Imperatori