Con i catecumeni verso la Grande Veglia

Siamo ormai vicino alla Veglia Pasquale. Quest’anno ancora più ricca e sentita per le nostre diocesi di Tivoli e Palestrina, perché otto catecumeni riceveranno i sacramenti dell’iniziazione cristiana. La gioia pasquale, dunque, sarà vissuta nella pienezza: la nostra Chiesa genera nuovi figli alla vita eterna. Uno di loro è Thomas Aragones, di origine franco-ispanica; nato e cresciuto a Tolosa, nel sud della Francia. Thomas ha quasi 34 anni. Vive a Zagarolo da ormai 3 anni con la moglie italo-americana. «Lavoro per un’azienda di arredi per il mercato francese e anche come coach del benessere tramite un’azienda di integrazione alimentare. La decisione di farmi battezzare è arrivata in seguito alla scoperta di profonda fede che è avvenuta in me grazie a mia moglie e a don Domenico (ex vice parroco di Madonna della Fiducia a San Cesareo) che ha officiato il nostro matrimonio e che ci ha seguito nel nostro viaggio spirituale. Mia moglie – nella veglia pasquale – riceverà anche lei con me la cresima e la comunione». Poi abbiamo Katia, 37 anni, impiegata nel campo delle comunicazioni e mamma. «Questo percorso è iniziato circa due anni fa, con una proposta di matrimonio, arrivata in un periodo difficile della mia vita: avevo perso da poco mia madre. Proprio due anni fa, nella notte di Pasqua mio marito – eravamo sposati civilmente – mi ha chiesto di sposarlo in Chiesa. Mi ha parlato del sacramento del Matrimonio e del perché mi chiedeva di sposarlo in Chiesa: per rendere la nostra unione più forte con la presenza dell’amore di Dio. Ho accettato e abbiamo iniziato il percorso prematrimoniale. Inizialmente pensavo solo di dover accompagnare mio marito, ma poi mi sono resa conto che mi lasciavano dei pensieri particolari, aspettavo con ansia l’incontro successivo per vivere quell’ora così bella e intensa. E ho iniziato a sentire il bisogno di appoggiarmi a Qualcuno, a un Papà che non fosse un papà biologico…mi sono resa conto di non essere sola così come mi sentivo, ho iniziato a sperimentare un amore che avevo bisogno di sentire da tempo, un amore che va al di là dell’amore umano. E così ho deciso di iniziare il percorso, pian piano, in maniera naturale. Abbiamo battezzato nostro figlio, e ho voglia di incontrare il Signore, appoggiarmi al suo amore e diventare finalmente parte della Chiesa, figlia di Dio». Poi c’è Maura, 42 anni, di Roma. Sposata con un ragazzo del Burkina Faso, hanno due bambine. Studiosa di antropologia delle religioni, lavora con gli immigrati. «Vengo da una famiglia di religione mista. Mia madre è cattolica, mio padre ebreo sefardita. Sono stata educata nell’ebraismo, anche se mio papà non era molto osservante, ho fatto il Bat Mitzvah. Ciò nonostante a casa abbiamo sempre festeggiato il Natale, anche se era una cosa che riguardava più la famiglia dalla parte di mia madre. Da piccola, però, pregavo un’immagine della Madonna che aveva mia nonna. Mio papà mi diceva che non esisteva, perché non c’era la Madonna nella nostra religione, e io mi ricordo che una volta piansi molto per questo. Mi sentivo attratta dal cristianesimo, quando dovevo pregare andavo in chiesa, ma comunque ero molto confusa. Per un lungo periodo mi sono allontanata dalla religione, che però ho riscoperto negli ultimi anni, grazie a mia zia, che sarà la mia madrina. Grazie a lei e al suo esempio ho capito che volevo riavvicinarmi alla Chiesa. Ho provato a farlo e ho visto che facendolo tornavo a me stessa. Per me quindi è stato un lento ritrovarla la religione, perché sono stata allontanata da quello che era il mio naturale amore a Gesù e alla Madonna». A tutti i catecumeni i nostri auguri!