Il clero delle diocesi di Tivoli e di Palestrina si è ritrovato a Guidonia, nella parrocchia di San Giuseppe Artigiano, per il consueto incontro mensile di formazione permanente.
A guidarlo il vescovo Mauro Parmeggiani, che nell’avvicinarsi delle festività natalizie ha voluto anche cogliere l’occasione per scambiare gli auguri con i suoi collaboratori, offrendo un’agape fraterna.
“Corresponsabilità con i miei fratelli” (laici), è stato questo il tema della meditazione il cui scopo è stato di presentare ai sacerdoti il ruolo indispensabile dei fedeli laici, in virtù del Battesimo che li fa partecipare al sacerdozio comune, per testimoniare Cristo in tutti i luoghi della vita. Un insegnamento da circoscrivere nell’ambito del cantiere sinodale di Betania, con focus sulla vita diocesana. Dopo che nel primo passo (incontro precedente) si è parlato della responsabilità verso se stessi, questa volta, l’accento era sulla corresponsabilità con i laici. «La presa di coscienza della corresponsabilità dei laici nella Chiesa è uno dei punti nevralgici della recezione del Concilio Vaticano II; è talmente decisiva che possiamo osare dire che se ministri e laici riusciranno a far propria tale consapevolezza potremo avere la Chiesa pensata dai padri Conciliari, altrimenti no», ha da subito sottolineato il Vescovo prima di individuare in questa partecipazione dei laici due tentazioni: «la clericalizzazione e la laicizzazione».
I laici devono partecipare alla vita della Chiesa e alle responsabilità che questa comporta. Nell’evoluzione della Chiesa, il Vescovo ha individuato 4 modi di intendere la collaborazione dei fedeli laici in una comunità:
- La supplenza che consiste nel vedere il laico come uno che il sacerdote può invitare per fare alcune cose, quando lui non c’è.
- La delega che, mantenendo il sacerdote come protagonista dell’azione della Chiesa, vede il laico come un delegato, giustamente a nome suo, per qualche attività o azioni della vita ecclesiale.
- La collaborazione, segnando già un notevole sviluppo nella comprensione del ruolo dei laici, vede questi ultimi fare lo stesso lavoro, non con un mandato esterno, ma da dentro, in virtù del loro Battesimo.
- La corresponsabilità, emersa dagli ultimi tre pontificati, aspetta dal laico non solo il fatto di lavorare insieme, ma sentirsi responsabili tutti insieme. Si tratta di coinvolgere il laico non solo nella fase esecutiva delle azioni, ma anche già nella fase del pensiero, della concezione. Il caso dei diversi organi pastorali della vita parrocchiale.
È proprio su questo punto che il Vescovo ha voluto insistere, chiedendo di valorizzare ogni laico, secondo i propri doni, carismi, competenze, conoscenze e saper fare. Educare ed aiutare i laici a sentirsi responsabili, cioè popolo di Dio che svolge un ruolo in virtù del suo Battesimo, a realizzare la propria missione e a poter essere così protagonisti di tutti i ruoli nei quali sono coinvolti.
Ribadendo questo concetto di corresponsabilità, il Vescovo ha sottolineato che i laici possono arrivare là dove i ministri a volte non possono arrivare.
Roberto Sisi