Alla formazione del clero annunciati i nuovi vicari foranei
Questo giovedì 19 gennaio 2023, i presbiteri delle diocesi di Tivoli e di Palestrina si sono ritrovati al Santuario Nostra Signora di Fatima in San Vittorino Romano per il consueto incontro di formazione mensile, il primo per questo nuovo anno. In prima battuta, subito dopo la preghiera che ha aperto la giornata, il Vescovo Parmeggiani ha comunicato i nomi dei nuovi vicari foranei per tutte e due le diocesi: don Fabrizio Fantini (Vicaria I), don Andrea Massalongo (Vic. II), don Denis Kibangu Malonda (Vic. III), don Anacleto Giagnori (Vic. IV), don Mariano Licorni (Vic. V), don Ludovico Borzi (Vic. VI), don Guido Giuseppe Di Cola (Vic. VII), don Cosimo Damiano Franco (Vic. VIII) e don Cyriaque Niyongabo (Vic. IX). Dopo aver augurato a ciascuno un fruttuoso servizio per il bene della Chiesa, il Vescovo ha tenuto la relazione del giorno dal tema “Corresponsabilità nel presbiterio”.
Terzo in una serie di incontri iniziati in questo nuovo anno pastorale, dopo la Corresponsabilità con se stessi, la corresponsabilità con i fratelli laici. Come si vede, il Vescovo vuole, attraverso questo percorso, aiutare il sacerdote a vivere meglio la sua missione in questa triplice articolazione. Per lui, il presbiterio, famiglia del sacerdote, è un vero lievito di fraternità. Il Vescovo si è basato sul fatto che Gesù inviò i discepoli a due a due e sul fatto che nel camminare insieme dei presbiteri si spande il profumo di profezia che stupisce. La chiamata è sicuramente personale, ma il presbiterio è un corpo unico ed è l’identità fondamentale delle persone ordinate. L’appartenenza a questo corpo è la condizione che sostiene la dedizione di tutti, uniti nella stessa missione, la stessa chiamata, la stessa fede. Ordinazione e missione legano i sacerdoti in una intima fraternità.
Il presbiterio diventa così luogo di santificazione. Fuori dal presbiterio, il sacerdote diventa come un libero professionista, pur facendo tante cose. Senza il senso di comunione nella propria famiglia presbiterale, tutto l’impegno pastorale non serve a nulla. I presbiteri devono trovare occasioni, tempi e luoghi per costruire la comunione, condividere l’esperienza di vita, i problemi spirituali… La vera solitudine per un presbitero è la mancanza di comunione con gli altri confratelli.
Roberto Sisi