Sono cresciuta in una famiglia molto religiosa e particolarmente devota alla Madonna di Fatima. Fin da bambina, con mio fratello ed i miei genitori tornavamo a Cave puntualmente per i festeggiamenti del ”13 maggio” (abbiamo risieduto per moltissimi anni fuori del paese). In questa occasione si svolgeva la processione dove partecipavano tutti i miei zii e cugini; venivano da Roma, Alatri, Colle Palme, Cave e qualche volta anche gli zii da Milano. A capo di tutti noi c’era nonna. I nostri genitori portavano in processione a spalla il simulacro della Madonna di Fatima per le vie del centro storico; poi dopo la Messa ci riunivamo tutti insieme per il pranzo che molto spesso si svolgeva a casa nostra. Per noi tutti questa era l’occasione per una grande festa familiare. Mia madre e mio padre hanno sempre narrato delle origini della devozione alla Madonna di Fatima, ma vuoi per la giovane età, vuoi per la distanza di tempo dai primi testimoni è rimasta solo una narrazione imprecisa.
L’unica certezza era che mia nonna, Lorenza Luzzi e le sue sorelle, Anita, Virginia, Sestina e la figlia di Anita – Fana Foschi – furono le promotrici di questa speciale devozione. Fortunatamente nel 2007, 90° anno delle Apparizioni di Fatima, l’allora parroco della parrocchia di S. Stefano e S. Maria, don Massimo Sebastiani ebbe la lungimiranza di scrivere sulla questione. Con l’aiuto dell’ultima testimone diretta, Maria Foschi, figlia di Anita poté scrivere notizie certe. “Tutto ebbe inizio a Colle Palme quando, nel 1947, la sig.ra Foschi-Briotta vide in sogno la Madonna di Fatima che le fece delle richieste molto precise. La “Bella Signora” domandò che le venisse dedicata una cappella nella chiesa di S.Stefano Protomartire e che vi ardesse una lampada votiva giorno e notte. Soprattutto chiese che ogni primo sabato del mese ci fosse una giornata dedicata all’Adorazione Eucaristica Riparatrice. La signora Foschi-Briotta desiderosa di realizzare quanto chiesto dalla Madonna confidò il sogno alle sorelle Luzzi zelanti fedeli. Esse si attivarono immediatamente coinvolgendo il giovane parroco di Santo Stefano, l’agostiniano P. Roberto Fustella ( che amava definirsi tifoso della Madonna di Fatima). Presto si decise di dedicare alla “Bianca Signora” la cappella che fino ad allora era stata occupata dalla Madonna della Consolazione (la cui tela oggi si trova nella seconda cappella del lato destro, prima dedicata al Ss.mo Crocifisso).
Venne acquistato uno splendido simulacro della Vergine di Fatima, per il quale il noto artigiano Gaetano Mattei realizzò un degno trono.
L’altare, il primo dedicato alla Madonna di Fatima nella Diocesi Prenestina, venne rivestito marmi pregiati e dotato di nuovi arredi, tra i quali il tabernacolo, i candelieri ed una preziosa tovaglia, raffigurante la scena della prima apparizione. Tale prezioso telo fu realizzato dalle Clarisse di Palestrina, su commissione di Fana Foschi.
Con grande atto di generosità, le sorelle Luzzi donarono il loro oro per far realizzare dall’orafo Traversi, un prezioso diadema ed una corona del Rosario che avrebbero dovuto abbellire la Signora nel giorno della festa.
Fana Foschi riuscì, nello stesso anno 1947, ad ottenere il permesso per poter svolgere la processione. Si fece realizzare dall’artigiano Mattei la macchina processionale che ancora oggi si usa. Da allora i discendenti delle sorelle Luzzi e di Fana Foschi si impegnano a coltivare nella chiesa di Santo Stefano la devozione alla Madonna di Fatima e i festeggiamenti annuali. Inoltre si alternano ogni primo sabato del mese nell’Adorazione Eucaristica ed in questo giorno si celebra una santa Messa in suffragio dei fondatori e dei sostenitori di tale devozione. I sostenitori offrono inoltre i ceroni per il SS.mo Sacramento e l’olio di oliva per la lampada votiva che arde giorno e notte davanti all’immagine della Madonna (richiesta della Madonna).
Concludo ringraziando di vero cuore don Massimo Sebastiani che ha messo per iscritto la bella vicenda, e voglio esprimere un altrettanto grande segno di gratitudine a don Loris e don Fabrizio. Entrambi infatti mi hanno onorata del compito di scrivere della mia esperienza sulla devozione alla Madonna di Fatima. Questo mi ha permesso di dare ancora più valore e di sentire ancor più forte la grazia del dono che tutti abbiamo ricevuto, “la presenza della Bella Signora”. Scrivere sulla vicenda mi ha dato modo di parlare con altri discendenti della famiglia, in particolare Paola Sessi, che mi ha raccontato di bellissime storie vissute di cui non conoscevo nulla … storie piene di grazie e di fede, persino di zii in guerra scampati alla fucilazione.
E poi ho visto da vicino la corona della Vergine Maria, emozionante. Non so spiegare bene cosa ho provato, perché forse non abbiamo parole per parlare dello straordinario.
La corona preziosissima, rappresenta materialmente tutto l’amore delle donne che hanno donato, ma anche e soprattutto l’Amore della Mamma Celeste che si Dona.
Con gratitudine e stupore
Iole Bianchi