«Dalla cenere al Regno dei Cieli»

Mercoledì inizia il nostro cammino quaresimale, partiamo dalla cenere, perché sappiamo che si risolverà nel suo contrario: la risurrezione di Cristo

Il Carnevale e il Mercoledì delle Ceneri, sono due momenti contrapposti o due facce della stessa medaglia? La parola Carnevale è utilizzata da monaci e chierici per la prima volta intorno al 1100 con uno scopo preciso. Allude ai giorni che precedono il principio della quaresima, e a quei giorni si diede il nome di Carnevale perché in essi si dava l’addio o il commiato alla carne in vista della penitenza quaresimale: da lì il nome di carne levarem, il levar via le carni (Dizionario delle origini invenzioni e scoperte). Le radici del carnevale sono molteplici: ebree, pagane, cristiane. Nel calendario delle festività ebraiche ad esso corrisponde all’incirca la festa dei Purim, che ricorda la salvezza di Israele dall’incombente persecuzione degli ebrei nel regno di Persia.

Questa festa non è solo memoria, ma promessa: chi è nelle mani del Dio di Israele, è libero in partenza dalle insidie dei suoi nemici. Ma accanto ai precedenti ebraici, molto forte è anche l’aspetto pagano: con maschere truci e minacciose si svolgevano i riti della cacciata dell’inverno e della nuova fecondità della terra. Proprio di questo aspetto, Joseph Ratzinger proponeva una bellissima lettura: «la maschera demoniaca si trasforma, nel mondo cristiano, in una divertente mascherata, la lotta pericolosissima con i demoni si cambia in gaudio prima della gravità della Quaresima. In questa mascherata avviene ciò che riscontriamo spesso nei salmi e nei profeti: essa diviene scherno di quegli dei, che chi conosce il vero Dio non deve più temere».

Il Carnevale è con il Mercoledì delle Ceneri, come tempo di allegria prima del tempo della penitenza, come tempo di una serena autoironia che dice allegramente la verità che può essere molto strettamente congiunta con quella del predicatore della penitenza. Si entra nel tempo della Quaresima, infatti, non per rimanere nella tristezza, ma per andare verso l’allegria della Pasqua. Curiosamente questo tempo si apre con le Ceneri. Solitamente la cenere è ciò che rimane quando tutto è perduto: la vita dell’uomo è un camminare verso la cenere. Eppure nel nostro cammino quaresimale partiamo dalla cenere, perché sappiamo che si risolverà nel suo contrario: la risurrezione di Cristo. Il nostro cammino non è come quello di ogni uomo, dalla vita alla morte, ma in Cristo si va dalla morte alla vita, dalla cenere al Regno dei Cieli.

Daniele Masciadri