Dalla VII Vicaria in pellegrinaggio in Cattedrale, per sentirsi, nelle diversità, un’unica Chiesa

«Sono passati 1750 anni da quando il patrono della diocesi di Palestrina, sant’Agapito, per zelante amore verso Dio, con fiducia estrema ha donato il suo ultimo e definitivo Sì all’Eterno Amore offrendo la sua giovanissima vita al martirio” come ci ha detto sua Eccellenza monsignor Mauro Parmeggiani. Sulle tracce di quel meraviglioso testimone, sua Eccellenza, ha invitato le parrocchie e comunità religiose della VI Vicaria della diocesi di Palestrina, domenica 3 marzo, a percorrere in processione, un breve tratto di strada fino alla cattedrale.

Tutto è iniziato con l’incontro emozionante sul piazzale della curia di tutti i partecipanti, per molti un’occasione per rivedersi e potersi stringere con gioia in una occasione di condivisione. La processione si è avviata con ordine lungo il percorso, dalla Curia alla Cattedrale dedicata a sant’Agapito, in testa la Croce seguita dai vari gruppi con stendardi e foulard colorati e a seguire i fedeli, i presbiteri e vescovo Mauro Parmeggiani. Echeggiavano canti, inni e preghiere, nelle viuzze del centro della città a testimoniare ancora, la forza del vero Amore, sotto lo sguardo incuriosito dei passanti. Si è svolta poi la celebrazione penitenziale accompagnata da letture e canti per aiutare a riflettere in questo periodo quaresimale. Erano a disposizione dei presenti, per le confessioni, numerosi sacerdoti e anche il vescovo Parmeggiani, disposti nelle varie cappelline e confessionali della cattedrale.

A seguire il Rosario e subito dopo la Messa per la quale ad ogni parrocchia era stato dato un compito. Le parole del Vescovo ci hanno ricordato «la ricchezza di questi momenti di attesa per guardare dentro i nostri cuori e ricercare e vivere la gioia del Padre nel donarci attraverso i suoi ministri, la riconciliazione con Lui, come il padre attendeva il ritorno del figlio che sembrava perduto». Letture, canti e offertorio, sono ministeri ordinari durante le Messe, in quel contesto hanno assunto un significato più universale, portandoci a sentire più vivo il sentimento forte di essere, pur nelle nostre diversità, un’unica Chiesa.

Mariagrazia Lusuarghi