Diaconato permanente, la preghiera di tante barche che navigano insieme

«Ecco, com’è bello e com’è dolce che i fratelli vivano insieme!» (Sal 133,1). Proprio nello stile del salmista, anche quest’anno la comunità diaconale si è incontrata il 22 e il 23 giugno presso la foresteria del santuario di Santa Maria Goretti a Nettuno (Rm).

L’incontro è stato scandito da diversi momenti di preghiera comunitaria, da momenti formativi, di confronto e dalla celebrazione Eucaristica. L’ambiente, il panorama con un bellissimo mare che faceva da sfondo, l’immensa spiaggia sottostante la foresteria aiutava la riflessione personale, di coppia e comunitaria.

Papa Francesco, nel dopo Angelus del 21 gennaio 2024, affermava: «Vi chiedo di intensificare la preghiera per prepararci a vivere bene questo evento di grazia [l’anno giubilare del 2025] … per questo iniziamo oggi l’Anno della preghiera, cioè un anno dedicato a riscoprire il grande valore e l’assoluto bisogno della preghiera».

Proprio da qui, il nostro formatore, monsignor Domenico Cauteruccio, riflettendo sul brano del Vangelo riguardante la Trasfigurazione (cfr. Mt. 17,1-8), ha sottolineato l’importanza di curare la preghiera, in primis quella personale, per trasfigurare la nostra persona, la nostra stessa vita. Solo se trasfigurati diverremo veri annunciatori del Risorto.

Nel Vangelo della XII domenica abbiamo ascoltato: «C’erano anche altre barche con lui» (Mc 4,36). Possiamo paragonare la preghiera a tante barche che soltanto «con Lui» possono navigare insieme.

Nella preghiera (soprattutto nella Celebrazione Eucaristica), è Gesù, che ci rende una comunità, ma se non Lo incontriamo personalmente, (è importante riscoprire la preghiera della Lectio Divina, di contemplazione…), senza lo sguardo del tu per Tu, non possiamo donare il vero amore che offriamo nel servizio alla carità, saremmo soltanto tante barche che navigano solitarie nel mare del mondo.

Alessandro Sestili, diacono