Diaconato Permanente
Introduzione Storica
Il Servizio diaconale era e tenuto in grande considerazione nella Chiesa primitiva come si evidenzia non solo nel NuovoTestamento ma anche negli scritti dei padri della Chiesa.
L’inizio sembra essere stata la designazione dei sette uomini di buona reputazione di cui si parla negli atti degli apostoli “Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona reputazione pieni di Spirito e di saggezza, ai quali affidiamo quest’incarico” (At 6,3), ossia quello del servizio della carità, alla Parola di Dio e dell’Altare.
I diaconi come il Vescovo, devono essere dignitosi, non doppi nel parlare, non dediti al molto vino, né avidi di guadagno disonesto e sono chiamati a conservare il mistero della fede in una coscienza pura.
Questo accostamento che troviamo in 1 Tim 3,8-13, tra la figura del vescovo e del diacono lascia trasparire la rilevanza del servizio diaconale come ministero fondamentale e specifico nella Chiesa.
Tale ministero fu fiorente fino al V secolo. Esso fu recuperato grazie al Concilio Vaticano II quando il Servo di Dio, Papa Paolo VI con la lettera apostolica “ Sacrum Diaconatus Ordinem (18 giugno 1967) dava inizio alla lenta ma provvidenziale riscoperta di questo prezioso servizio alla Chiesa e nella Chiesa. Nella diocesi di Tivoli il Cammino per il diaconato permanente inizia nel 2000 e in quella di Palestrina nel 2006.
Ministero Diaconale
Il Diacono lavora per l’edificazione della Chiesa partecipando al ministero del Vescovo con la grazia che deriva dallo stesso Ordine Sacro e la forza della propria esperienza vitale esercitata nel mondo.
Gli ambiti di questo ministero si sviluppano nella Diaconia della Parola, della Comunione, della Carità.
La Diaconia della Parola
Oggi più che mai si rende urgente il lavoro di annuncio della Parola di Dio che salva e che da motivazioni, custodisce e santifica.
Il Diacono aiuta il Vescovo in questo compito soprattutto verso gli ultimi, i lontani, gli emarginati, con quelli che lottano nel quotidiano per la dignità della vita, della famiglia e della società.
L’annuncio della Parola, lontano da ogni compromesso con le dinamiche del mondo, deve portare la luce di Cristo e denunciare ogni ingiustizia con l’umiltà e la mitezza propri dei servitori di Dio.
Azione del DIACONO
- Anima gli incontri di preghiera e i centri d’ascolto della Parola di Dio nelle famiglie.
- Amministra i Battesimi, presiede i riti funebri, distribuisce l’Eucaristia, benedice le nozze.
- Assiste il Vescovo o il Presbitero nella Liturgia.
La Diaconia della Comunione
Il ministero del diacono è ministero di Comunione; per questo nell’ambito liturgico favorisce il legame tra i fedeli e il celebrante. E’ suscitatore di carismi al servizio della comunità e, in collaborazione con il Vescovo e il Parroco favorisce la comunione nella Diocesi e nella Parrocchia o nella realtà nella quale vive ed opera.
Azione del DIACONO
- E’ anello di congiunzione nella Comunità parrocchiale tra i vari carismi e il parroco.
- Anima la Comunione con la Chiesa attraverso l’ evangelizzazione nelle famiglie, negli ambienti di lavoro, nei piccoli centri abitati rendendo forte in tutti l’appartenenza all’unica Chiesa.
- Continua l’opera del Vescovo nel rapporto con i non credenti, i lontani, testimoniando con la sua condotta di vita l’appartenenza alla Comunità Ecclesiale condividendo con loro le fatiche, le gioie e le speranze della vita.
La Diaconia della Carità
La Chiesa è immagine della Carità di Dio, il cui esercizio non si limita solo ad intervenire ad ogni richiesta di aiuto ma va incontro alle difficoltà degli altri quali esse siano.
Quello della Carità è l’aspetto più carismatico e coinvolgente della Chiesa.
Il Diacono si inserisce appieno in questa attività in forza del suo ministero. Va incontro alle sofferenze altrui intervenendo in nome della Chiesa rimanendo fedele alle esigenze del suo stato.
Azione del DIACONO
- Suscita nella Comunità forme di volontariato a favore dei poveri, degli ultimi, degli emarginati.
- E’ portatore di pace nelle situazioni conflittuali.
- Porta la consolazione divina agli ammalati, agli anziani, a coloro che soffrono non solo nel corpo ma anche nello spirito e il calore umano negli ospedali, nelle comunità di recupero, nelle carceri e dove si soffre.
Condizioni per il Diaconato
Le condizioni per intraprendere il cammino di formazione al diaconato per giungere all’Ordinazione sono indicate dalla Chiesa nelle Norme per la formazione dei Diaconi permanenti.
PRESUPPOSTI
- Ci deve essere realmente il desiderio di servire Cristo e i fratelli nella Chiesa.
- L’amore per la preghiera vissuto costantemente.
- Il necessario consenso della moglie e il coinvolgimento della famiglia stessa nella pastorale.
- L’impegno nella pastorale in totale comunione con il parroco.
- La stima della comunità dove è inserito e nell’ambiente dove lavora.
- Per l’ammissione al diaconato permanente l’età minima è di 25 anni per i celibi (con l’impegno di celibato per tutta la vita) e di 35 anni e 7 di matrimonio per gli sposati.
Cammino Formativo
Il cammino formativo si articola in cinque anni con un anno propedeutico.
Ha lo scopo non solo di verificare se ci sono i presupposti per il ministero ma anche di far acquistare la piena consapevolezza all’aspirante di ciò che realmente è e comporta il Diaconato permanente.
1 anno propedeutico
Il candidato prima di intraprendere il cammino di formazione deve realmente fare esperienza di Chiesa con un intenso impegno nella Comunità parrocchiale.
2 – 6 anno formazione spirituale e culturale
I candidati vengono introdotti e accompagnati in un cammino spirituale volto alla conoscenza dell’amore di Dio e per Dio e la concretizzazione di questo amore verso i fratelli con l’esercizio della Carità. Tale iter consiste in cicli di incontri stabiliti dall’ordinamento formativo diocesano.
Di pari passo alla formazione spirituale avviene quella teologico-culturale da compiersi in un’ istituto teologico riconosciuto dalla Chiesa.
Formazione Permanente
Tutta la Comunità diaconale si ritrova mensilmente per la formazione permanente e quella spirituale condotta dal vescovo.
Presenza delle mogli nella formazione
Oltre al consenso scritto all’inizio del cammino formativo le mogli sono invitate agli incontri settimanali di formazione spirituale. All’incontro mensile di tutta la comunità diaconale la presenza delle mogli è obbligatoria e se possibile anche quella dei figli.
Padre Spirituale
Il candidato con la moglie (se è sposato) deve, a cadenza regolare, incontrarsi con il Padre spirituale.
Discernimento
Il responsabile del discernimento e della formazione è il Vescovo, coadiuvato dal sacerdote responsabile per il Diaconato Permanente nella Diocesi e da una equipe di Diaconi.