Archivio Storico
Si comunica agli studiosi che l’Archivio Storico Diocesano rimarrà chiuso da lunedì 25 marzo 2024 per 2 anni a causa di lavori di ristrutturazione.
Dal 12 aprile l’Archivio Capitolare sarà aperto il venerdì mattina con prenotazione obbligatoria tramite mail: archiviostorico@tivoli.chiesacattolica.it
L’esistenza di un «archivio episcopale» deputato alla conservazione degli atti riguardanti l’episcopio è attestata con certezza a partire dalla seconda metà del XVI secolo. Nel 1574, infatti, durante la visita della cattedrale di S. Lorenzo il visitatore apostolico Alfonso Binarini annota: «non habent archivum sed habent capsam loco archivii (…) Habent tamen inventarium bonorum stabilium et mobilium Capituli et sacristiae in libro, quod conservatur in Archivio episcopali»[1]. La documentazione, custodita per lungo tempo nell’antico palazzo vescovile restaurato dal vescovo Domenico De Valerini (1389-1417), durante l’episcopato di Luigi Faveri (1950-1967) venne trasferita nella nuova sede di piazza S. Anna[2], dove tuttora è ospitata. Nell’archivio si conservano gli atti prodotti dalla Curia e dagli altri uffici ed enti ecclesiastici ricadenti nella Diocesi tiburtina. Oltre a pochi preziosi documenti relativi al secolo XV, il patrimonio archivistico di maggiore consistenza è databile ai secoli XVI-XX secolo ed è costituito in prevalenza da faldoni, registri, volumi e fascicoli sciolti, per un totale di circa 220 metri lineari. Tale vasta e preziosa documentazione, prodotta per l’esercizio della giurisdizione in temporalibus (fino al 1870) e in spiritualibus esercitata dal vescovo tiburtino sul territorio, concerne tutti gli aspetti della vita delle comunità della Diocesi[3]: le sacre visite; il governo spirituale e materiale del clero (parrocchie, chiese, ordinazioni, prebende, predicatori e missionari, seminario, ecc.) e dei luoghi pii (confraternite, ospedali, monti frumentari); l’amministrazione della giustizia civile e criminale; i governi locali; la demografia (stati delle anime, matrimoni, genealogie delle famiglie); il paesaggio agrario ed urbano; l’edilizia ecclesiastica e laica; il patrimonio storico-artistico.
A questo importante materiale si aggiungono altri preziosi nuclei documentari confluiti nell’archivio diocesano in seguito all’estinzione degli enti che li hanno prodotti o per garantirne una migliore conservazione e fruizione pubblica. Tra questi spiccano per importanza:
- i fondi provenienti da numerose parrocchie della diocesi, costituiti in gran parte da registri di sacramenti, stati delle anime, libri di amministrazione, verbali delle adunanze delle confraternite, ecc.
- un nucleo documentario proveniente dall’archivio del Capitolo della cattedrale di S. Lorenzo di Tivoli;
- l’archivio del monastero di S. Anna o della Madonna degli Angeli di Tivoli: atti fondativi, liturgia, catasti, congregazioni, “Istromenti”, amministrazione e contabilità, documentazione relativa alla Congregazione di S. Anna, ecc.;
- l’archivio del Seminario vescovile: catasti, istrumenti, atti della Congregazione amministrativa del Seminario, amministrazione, contabilità, Seminaristi e scuola, Confraternita dei sette dolori di Maria;
- l’Archivio musicale della Cattedrale
Nell’archivio si conservano, inoltre, due preziosissimi frammenti di codice manoscritto databili tra la fine dell’XI e gli inizi del XII secolo. Dal 2010 l’archivio storico diocesano è aperto alla consultazione pubblica grazie alla generosa disponibilità di personale volontario. Al fine di rendere pienamente fruibile il prezioso patrimonio conservato, dal 2012 è stato avviato il lavoro di riordinamento, schedatura e inventariazione tramite il software Cei-ar dell’intero materiale documentario. [1] Le “Sacre Visite” del ‘500 nella diocesi di Tivoli. 1. Le visite pastorali di mons. Giovanni Andrea Croce dal 1564 al 1576″, a cura di R. Mosti, Tivoli 1988, p. XII (nota 22). Controversa è l’ipotesi circa l’esistenza di un archivio vescovile unito a quello del capitolo della cattedrale. In particolare Carbonetti Vendittelli e Carocci (Le fonti per la storia locale: il caso di Tivoli. Produzione, conservazione e ricerca della documentazione medievale, in «Rassegna degli Archivi di Stato», XLIV, 1984, n. 1, p. 100) affermano che «l’archivio della curia vescovile di fatto non sembra essersi mai nettamente differenziato da quello del capitolo della cattedrale (…)» e che «soltanto nel 1581» con la visita De Grassi (1581) sarebbe attestata una «separazione fra i due archivi». Per Mosti, invece, la supposizione «è da accogliere con tutte le riserve, in considerazione della mancanza di un cenno, durante i sopralluoghi nelle chiesa di S. Lorenzo, sia nelle visite di G.A. Croce (1564-1576) che di Binarini (1574)», cfr. Le “Sacre Visite” del ‘500 nella diocesi di Tivoli, cit., p. XII (nota 22). [2] Ivi, p. XIV. [3] Anticoli Corrado, Arsoli, Bardella, Mandela (già Cantalupo), Casape (già Casa Corbula), Castel Madama (già Sant’Angelo), Sant’Angelo Romano (S. Angelus Montis Patuli), Ciciliano, Civitella, Guadagnolo, Licenza, Montecelio, Percile, Poli, Riofreddo, Roccagiovine, Roviano, Sambuci, San Gregorio da Sassola, San Polo, San Vittorino, Saracinesco, Cineto (già Scarpa), Vallinfreda, Vicovaro, Vivaro. Per quanto riguarda i paesi del sublacense (Subiaco, Agosta, Cervara, Camerata, Canterano, Cerreto, Gerano, Marano, Rocca Canterano, Rocca di Mezzo, Rocca Santo Stefano) si conservano atti fino al 1638, data in cui per volontà del pontefice Urbano VIII la giurisdizione episcopale e civile fu trasferita all’abate commendatario di Subiaco, nonché la documentazione corrente (dagli anni ’40 del XX sec.) versata nell’archivio di Tivoli in seguito all’accorpamento del territorio alla diocesi di Tivoli, stabilito nel 2002 da papa Giovanni Paolo II.
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