Sabato 11 febbraio presso l’Istituto delle Suore della Carità a Palestrina, l’Azione Cattolica diocesana ha promosso un incontro della Scuola Base associativa dal titolo Incontri(A)mo(C)i, i disabili insegnano l’incontro. Con l’aiuto di Giulia Marsella, una giovane associata di Zagarolo, nonché educatrice professionale di comunità con specializzazione in BES, si è riflettuto sul significato di dis-abilità. Dopo una breve presentazione ogni partecipante ha condiviso le proprie esperienze con la disabilità. Tante le riflessioni dei presenti.
Quali parole associamo a disabilità? Diversità, solitudine, infelicità, insicurezza ma anche abilità, risorsa, opportunità, coraggio…
Spesso i pregiudizi portano a confrontarci con persone con disabilità in modo diverso, dando più peso a quel che non sono o non possono, piuttosto che a quel che sono e possono. L’incontro è proseguito con la visione di un cortometraggio Due piedi sinistri: un gruppo di ragazzini, di chiara appartenenza calcistica, già dalla prima scena di apertura, gioca a calcio in uno spazio di quartiere. Le prime scene evidenziano l’abilità fisica, in particolare quella di Mirko, di far roteare bene la palla fra i piedi. Meno abile Leo, ragazzino in sovrappeso, meno sportivo degli altri compagni, sebbene integrato nel gruppo, che viene indicato come quello che è interessato solo al cibo e possessore di “Due Piedi Sinistri”. Sarà il tiro fuori traiettoria di Leo la causa dell’incontro tra Mirko e Luana: un tiro sinistro. Mirko per recuperare la palla buttata fuori campo da Leo, incrocia lo sguardo di Luana, una ragazzina che dietro ad un muretto, una barriera dunque, chatta al cellulare. Mirko tenta un approccio: fiero delle sue capacità motorie, (e “tantocaruccio”), la invita a prendere un gelato con i suoi amici che, guidati da Leo, si sono diretti verso il bar. Luana accetta l’invito, esprimendo un po’ di perplessità sul comportamento in campo di Mirko.
Ma poi, uno di fronte all’altra, Mirko vede Luana sulla sedia a rotelle. Nel dialogo emerge immediatamente la forza difensiva di lei e la leggerezza non superficiale di lui che guarda incredulo la struttura di ferro che ospita Luana, in cui campeggia uno stemma grande e ben visibile della Lazio.
Si ingaggia un breve duello di fraintendimenti, culminante nel finale in cui Mirko dice a Luana che dovrebbe vergognarsi di essere laziale.
Mirko e i suoi compagni di parte romanista, per un codice scritto e inviolabile non possono relazionarsi con gli avversari, nemici da sempre sugli spalti, sul campo e fuori.
Questo sarà infine il motivo dell’interruzione di questa amicizia. Luana sorride perché in realtà si sente trattata alla pari, incredula del reale motivo del ripensamento. Bello!!! I ragazzi sanno andare oltre…
La sedia a rotelle non è un ostacolo. Dal confronto tra i presenti è emerso che di fronte ad un ragazzo disabile, inizialmente ci preoccupiamo di capire come fare, con quali mezzi e strumenti avvicinarci a lui, ma poi capiamo la “persona” e ci dimentichiamo della disabilità.
Togliendo la radice “dis” al termine “disabilità” troviamo davanti a noi solo l’abilità di tanti ragazzi speciali.
Tornando alle parole di papa Francesco «La persona malata o disabile, proprio a partire dalla sua disabilità, dal suo limite, può diventare testimone dell’incontro».
Nei gruppi ACR ogni ragazzo è speciale, perché sperimenta l’amicizia di Gesù e dei fratelli.
Marta Pompili