Oggi, nel qui e ora del nostro tempo, i catechisti e gli accompagnatori dei genitori che portano avanti l’evangelizzazione, sono chiamati a soffermarsi sul significato profondo della fede e dell’amore riscoprendo “La bellezza dell’educare”. Per questo programma così ricco, che si è svolto nell’intera giornata di sabato 18 novembre, don Gianluca Zelli, direttore dell’UCD di Tivoli, si è affidato ad un grande psicologo e divulgatore: il prof. Ezio Aceti, esperto di formazione per la CEI e altri enti, nonché fondatore dell’associazione Parvus (piccolo/bambino), che si occupa di terapie infantili e di supporto alla genitorialità.
Gli oltre 40 iscritti al corso, provenienti da diverse comunità della Diocesi di Tivoli e di Palestrina, sono stati ospitati nella parrocchia di S. Giuseppe Artigiano a Villanova di Guidonia. Dopo l’accoglienza, la preghiera e la riflessione, i partecipanti si sono messi in ascolto della prima relazione del professore, intitolata “Il catechista, pellicano in missione”. Aceti richiama subito l’attenzione sulla società contemporanea, facendo una differenza tra quello che avevamo ieri e quello che abbiamo oggi.
Ieri ponevamo al centro le regole, la coerenza educativa, l’educazione autorevole, la speranza nel futuro. Oggi il centro è occupato dalle emozioni, con pochi punti di riferimento, dentro una crisi educativa seria che guarda al futuro in modo incerto. Siamo tutti più soli pur essendo tutti connessi da una capo all’altro del pianeta: e più di tutti lo sono i bambini. Basterebbe recuperare il metodo della grande educatrice Maria Montessori: «Se vuoi amare qualcuno, presta attenzione e crea uno spazio di ascolto pieno e profondo». La crisi, acuita dalla pandemia, investe non solo i rapporti genitori-figli, ma anche quelli tra insegnanti-studenti e tra istituzioni-cittadini: ma la crisi non è negativa.
Per superare le nostalgie del passato, le rigidità educative, l’infantilizzazione degli adulti e l’adultizzazione infantile dobbiamo guardare al pellicano che vola in alto, vede i pesci e li porge poi ai piccoli così come sono in grado di prenderli. L’educatore vede le cose in modo differente (da una prospettiva più alta), comprende i valori e porge la verità in modo comprensibile. Due sono i fondamenti: togliere i pregiudizi (ce lo ha insegnato Socrate) e ritornare a quell’essere stati creati a immagine di Dio. Il catechista e l’accompagnatore devono fare in modo che il Vangelo diventi la loro verità interiore, aiutati dallo Spirito Santo che ci ricorda come siamo stati programmati per amare, per essere relazione, per condividere la verità e per mettere in funzione il terzo orecchio: quello della trascendenza dove si ascolta la voce di Dio.
Nella seconda relazione, Aceti si è dedicato ai bambini compresi nella fascia di età 0-10 anni, riflettendo su “La gioia di crescere”. Ma come vede il mondo un bambino? In modo assoluto, perché i genitori per lui sono tutto; in un tempo eterno che non si può quantificare, perché è la qualità che per lui conta; in una logica egocentrica, perché si pone al centro dell’universo. Due soli concetti sono sufficienti nell’educare l’infanzia: prevenzione e tolleranza.
Il principio base è far sì che questi bambini diventino autonomi dando loro fiducia, costruendo situazioni di successo e mostrando sempre la bellezza dell’amore nella coppia. Quando due genitori si amano, il bambino prova la cosa più grande: sente di essere nato da quell’amore lì. E se non ci si ama più, facciamo capire al bambino che non è lui la causa della separazione, perchè è amato da entrambi a prescindere dagli eventi. Don Gianluca Zelli ha previsto un incontro on line di approfondimento, il 30 novembre dalle 20,30 alle 22,30 e un secondo appuntamento con Aceti il 1° febbraio 2024 presso S. Silvestro Papa a Villa Adriana: questa volta si parlerà dell’adolescenza.
Ivana Imperatori