Durante questi due mesi sono state già celebrate diverse Giornate Nazionali, come la Giornata Missionaria, della Memoria, dei lebbrosi, del Tricolore, per la Vita, tutte istituite per sottolineare la necessità di non dimenticare quanto accaduto nel passato, più o meno recente, della nostra storia, per affrontare e lavorare per la conservazione delle risorse naturali del nostro pianeta, per amarci e rispettare gli uni e gli altri per un futuro più felice .
Domenica 11 febbraio, festa della Beata Vergine Maria di Lourdes, è stata celebrata la XXXII Giornata del Malato ed il Giorno del Ricordo. Solennità civile nazionale italiana che si celebra il 10 febbraio, istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92 per «conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale». È stato scelto il 10 febbraio perché fu proprio quel giorno che, nel 1947, furono firmati i trattati di pace di Parigi
Dopo circa 60 anni è stato portato alla nostra attenzione il problema delle “foibe”, grandi feritoie o inghiottitoi carsici, cavità del terreno, vere e proprie caverne verticali, che si trovano in Istria e Friuli Venezia Giulia. La loro particolarità sta nel fatto che la cavità si restringe scendendo in profondità per poi chiudersi, rendendo difficile la risalita e gli eventuali soccorsi.
Durante la fine della Seconda guerra mondiale, migliaia di italiani furono torturati, assassinati e gettati nelle foibe dalle milizie della Jugoslavia di Tito. Questi massacri o eccidi delle Foibe iniziarono dopo l’8 marzo 1943, quando le forze armate italiane si sfaldarono a seguito del crollo del regime fascista. I tedeschi occuparono centri strategici come Trieste, Pola e Fiume, mentre nell’interno dell’Istria il potere venne assunto dal movimento di liberazione jugoslavo. Le vittime non furono solo gerarchi fascisti o esponenti politici, ma anche semplici membri della comunità italiana considerati ostacoli per l’affermazione del nuovo corso politico.
Anche la comunità di Olevano Romano ha voluto ricordare questo triste periodo della nostra storia, dimenticato per decenni, e “ mettere a disposizione della comunità, un momento di riflessione con questa commemorazione” – ha dichiarato il Sindaco dott Umberto Quaresima ed il Vice Sindaco Silvia Viti.Alla celebrazione hanno partecipato, oltre a numerosi sindaci dei Comuni limitrofi, da Subiaco ad Affile, Cave, Serrone, Bellegra e San Vito Romano, l’On. Fabio Rampelli e l’on Luciano Ciocchetti, l’Assessore regionale Fabrizio Ghera ed il Cons. Marika Rotondi. Le condizioni meteo hanno costretto a riunirsi all’interno dell’aula Consiliare del Comune di Olevano, dove la Fanfara del Gruppo Alpini di Accumoli ha eseguito alcuni brani del proprio repertorio e l’Inno d’Italia.
Al termine, anche se la pioggia continuava a farsi sentire, tutti si sono recati a Piazza del Fante, per rendere onore al Monumento dei caduti, dove il Sindaco Quaresima, alla presenza di tutte le autorità civili e militari, ha deposto un omaggio floreale sulle note de ”La leggenda del Piave”, ed una Targa in ricordo di Norma Cossetto, seviziata, violentata, uccisa e gettata il 5 ottobre in una foiba assieme ad altri. Nel 2005 l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, nella ricorrenza dell’anniversario della sua morte, le ha conferito la Medaglia d’Oro al Merito Civile alla memoria.
Fabrizio Lanciotti