Entrare ed iscriversi ad una Confraternita significa mettere le proprie forze «a servizio di una missione spirituale» oggi quanto mai necessaria per annunciare con l’esempio il regno di Dio che si va maturando. Il candidato dovrà confrontarsi sia con il mondo contemporaneo che lo circonda, per lo più paganizzante ed indifferente, sia con il messaggio della Parola di Dio, filtrata dalle virtù del Santo (o Santa) protettore del Sodalizio e sia con la saggia esperienza e fedeltà di tanti confratelli che l’hanno preceduto. Questi alle vecchie pandemie (peste, colera, terremoti, guerre povertà, fame,analfabetismo, ecc.) hanno fatto fronte con l’aiuto di Dio, creando lazzaretti, ospedali, mense, scuole; ora alle nuove pandemie (scristianizzazione, apatia religiosa, egoismo, violenza, droghe, ecc.). si dovrà sopperire con nuovi progetti ispirati dalla carità cristiana. Solo così non saranno morti invano i martiri, i santi e le vergini che ci onoriamo di mostrare e che contraddistinguono i nostri stendardi e vessilli. Il ritirarsi nel deserto di sant’Antonio abate, l’essere un vangelo vissuto di sant’Antonio da Padova, il prodigarsi tra gli appestati di san Rocco non sono pura scusa folkloristica, ma autostrade da intraprendere e mete da perseguire. Non parliamo poi dei soci che si fregiano di immagini della Madre di Dio, sotto i titoli particolari di devozioni, tanto da pensare ad una propria personale Madonna! Con questi precedenti ci vuole coraggio, ma i giovani ne hanno da vendere!
G.Censi